L'amico Vincenzo Zappaà è oltre ad un esperto e appassionato enofilo
anche per professione astronomo. Suo uno dei siti più seguiti
dell'astronomia divulgativa
www.astronomia.com.
In
questo periodo l'agricoltura è percorsa da una nuova concezione del
rapporto con le piante el'universo: la biodinamica. Essa attribuisce
agli astri influenze e apporti di energie tali da condizionate la vita
delle piante e il lro sviluppo. Ma oltre a questo la tradizione popolare
considera il satellite della Terra , la Luna, un potente modificatore
dei cicli delle painte . Per cercare di fare un po di chiarezza
scientifica pubblichiamo qui un contributo sull'argomento del nostro
Vincenzo che con la solita precisione e professionalità ci guida in
questo argomento interessante. Buona lettura.
Lamberto Tosi
CHE FAI TU, LUNA, IN CIEL ?
Fatti e misfatti, verità e falsità,
miti e leggende sul nostro Satellite
1. Introduzione
Lo stimolo per voler scrivere qualcosa sugli
effetti che la Luna esercita sull’uomo e sulla sua vita l’avevo forse in fase
latente già da molto tempo, ma la spinta finale mi è venuta a seguito di
discussioni avute con vari amici produttori di vino delle Langhe e del Roero.
Le domande ricorrenti vertevano quasi sempre sulla veridicità degli stretti
legami che sembrano esistere tra la Luna e le pratiche di vigna e cantina. Esse
nascondevano quasi sempre convinzioni profondamente radicate e probabilmente si
aspettavano risposte confortanti su almeno qualcuno degli aspetti di un legame antico come l’uomo, che abbraccia
campi ben più vasti di quello puramente agricolo. Oltretutto mi accorgevo che
stava prendendo sempre più piede l’interesse verso la cosiddetta agricoltura
biodinamica, un complesso miscuglio di rispetto verso la Natura e di
ipotetiche forze cosmiche trascendenti.
Essendo io, volente o nolente, uno scienziato e per di più un astronomo,
ho fornito, quasi automaticamente, risposte e commenti piuttosto scettici,
cercando forse di archiviare troppo in fretta un problema molto interessante ed
articolato. Devo ammettere che questo
tipo di reazione non aiuta certo a far luce sui fatti. Ho quindi sentito il dovere di iniziare una
ricerca più approfondita sull’argomento, raccogliendo e leggendo moltissimo
materiale, facendo confronti, cercando
correlazioni. Ho sinceramente cercato di affrontare il problema liberandomi
completamente dai pregiudizi che potevano derivare dalla mia professione.
Alla fine mi sono fatto ovviamente una
convinzione personale, che mi ha
chiarito dubbi, rafforzato convinzioni, e aperto qualche interrogativo. Mi ha
anche permesso di evidenziare tutta una serie di affermazioni, se non proprio
sbagliate almeno confuse, che
normalmente vengono usate, sia in buona che in malafede, per avvalorare certe teorie e stimolarne l’applicazione.
Sicuramente ho imparato molto e le pagine
che seguono vogliono solo cercare di divulgare quanto ho appreso. Non vogliono
cercare di convincere nessuno, ma solo di aiutare gli altri, per quanto è possibile,
ad avere una più chiara e completa visione dei fatti, prima di giungere ad
affrettate conclusioni. Non ho nemmeno voluto riportare elenchi di nomi e di
documenti pro e contro, perché sarebbe stato
estremamente noioso e perché non era mia intenzione scrivere un trattato
serioso e didattico. Ho voluto solo fare una chiacchierata “scritta”,
rilassante e senza pretese particolari.
Posso però assicurarvi che le affermazioni
riportate si sono basate solo su dati reali e su analisi fatte con metodologie rispondenti ai principi di una vera ricerca
scientifica: parola di astronomo! Nulla vorrei inoltre togliere alla nostra sorella
Luna, al suo romantico aspetto ed alla sublime poesia che ha sempre saputo
stimolare. Lo stesso titolo, che
riprende il celebre verso iniziale del Canto notturno di un pastore
errante dell’Asia, del sommo poeta Giacomo Leopardi, è un chiaro segno
di ammirazione. Ma chi volesse cogliere questa occasione per tornare a leggere
quella meravigliosa poesia, troverà quasi immediatamente, dopo pochi versi, un
esempio lampante di magia
simpatica ( …somiglia alla tua vita/ la vita del pastore./ Sorge in
sul primo albore;/ move la greggia oltre pel campo, e vede/ greggi, fontane ed
erbe;/ poi stanco si riposa in su la sera…). La magia simpatica verrà ampiamente spiegata
in seguito, ma trovarla nei versi leopardiani dimostra come l’uomo abbia sempre cercato di definire
un collegamento tra la propria esistenza
e l’apparente variabilità della Luna.
2. I fatti puramente scientifici
E’ indiscutibile il fatto che
l’uomo sta vivendo su un pianeta veramente speciale. E questo non solo per
l’ovvio motivo di popolare l’unico corpo
del Sistema Solare che abbia raggiunto condizioni geologiche ed atmosferiche
tali da garantire lo sviluppo di forme complesse di vita biologica. La Terra è
unica anche perché ha un compagno di viaggio davvero fuori dal comune. Quali
che siano i meccanismi fisici che lo hanno originato (cattura, collisione,
ecc.), nessun altro satellite del Sistema Solare ha dimensioni così grandi se
confrontato con il suo pianeta.
In realtà anche Plutone ha un satellite
estremamente grande, ma il ruolo di pianeta per Plutone è oggi un argomento
estremamente controverso. Esistono inoltre satelliti più grandi della nostra Luna, ma tutti questi si
accompagnano a pianeti giganteschi quali Giove
e Saturno. Date le dimensioni relative molto ridotte, la loro influenza
sui corpi attorno a cui rivolvono sono del tutto trascurabili.
La stessa cosa non è vera per la Luna.
L’evoluzione del nostro pianeta è stata profondamente segnata dalla presenza di
un satellite così massiccio e lo è tuttora, sia nel bene che nel male, sempre
che esista un “male” nella perfetta armonia dell’Universo. Avere un compagno
così grande e così vicino implica un fenomeno molto comune nell’Universo, ossia
quello della marea. Daremo una spiegazione più articolata di cosa siano
le forze di marea in un altro capitolo. Per adesso ci basti ricordare che sono
proprio queste ad avere originato in modo catastrofico gli anelli di Saturno e
ad avere acceso i vulcani di Io (il più vicino dei grandi satelliti di Giove).
Anche la Terra subisce contraccolpi notevoli. Primo fra tutti le marea
oceanica, ossia il periodico sollevarsi ed abbassarsi del livello marino
che, in prossimità delle zone costiere, assume a volte caratteristiche molto
spettacolari.
Le forze mareali agiscono anche sull’atmosfera
terrestre, causando una lievissima variazione della pressione, che non riesce
però ad incidere sulla climatologia, dominata da forze ben più importanti.
Esiste anche una marea terrestre, agente sulla stessa superficie solida
del pianeta, ma la sua entità è del tutto trascurabile e ben difficilmente può
essere responsabile di movimenti tellurici. Diversa è invece la situazione
sulla Luna, dove la marea indotta dalla Terra è così grande da causare
sicuramente terremoti di una certa violenza.
Ma le forze mareali indotte dalla Luna (ed
in parte minore dal Sole) agiscono anche in modo indiretto, forse meno
visibile, ma non per questo meno importante. Il giorno terrestre è costretto ad
allungarsi lentamente con il passare del tempo e la stessa Luna è costretta ad
allontanarsi. Ciò ha, tra l’altro, contribuito a ridurre la velocità dei venti,
che molte centinaia di milioni di anni fa, quando la Terra ruotava più
velocemente attorno al proprio asse, erano di gran lunga più impetuosi. Le
maree oceaniche hanno poi sicuramente scandito l’evoluzione della vita marina
primordiale. Gli organismi costretti a
vivere in un ambiente continuamente variabile (bagnato/asciutto) hanno avuto
modo di selezionarsi al meglio, di evolversi con maggior tenacia e resistenza,
e di prepararsi adeguatamente alla conquista delle terre emerse. Se la Luna non
ci fosse, le forze di marea sarebbero notevolmente più deboli e dovute
solamente al Sole (meno della metà di quelle lunari). Di conseguenza sarebbero
ben più limitate anche le maree oceaniche e forse la vita marina primordiale
non avrebbe mai potuto avere lo slancio necessario per popolare il pianeta, tenendo
soprattutto conto che miliardi di anni fa la Luna era molto più vicina e le
maree ben più importanti.
Ma gli effetti indiretti della Luna sul nostro pianeta
e sulla nostra vita quotidiana sono molto più numerosi, anche se spesso molto
più difficili a notarsi. Ad esempio, senza Luna non ci sarebbe stato il
programma spaziale che ha portato l’uomo sul nostro satellite (la distanza
troppo grande degli altri corpi celesti avrebbe forse scoraggiato o quantomeno
ritardato la pianificazione delle missioni spaziali). Come immediata ricaduta
di ciò, non ci sarebbe stato forse lo sviluppo di tutte quelle micro-tecnologie
che oggi governano la nostra vita quotidiana, dal computer al telefono
cellulare. Pensiamo poi ad una notte illuminata solo da stelle. Sicuramente un
grande vantaggio per gli astronomi, che spesso vedono nella Luna una fastidiosa
luce parassita, o per gli animali predatori notturni che si affidano solo al
loro fiuto e/o udito per scovare le prede. Ma anche una grande perdita per la
poesia che ha sempre avuto nella Luna, con i suoi cangianti colori e
dimensioni, uno splendido spunto romantico.
Più in generale, si può dire che la luce
della Luna influisca sulla nostra vita soprattutto in relazione alla sfera
emotiva, ma ben poco da un punto di vista fisico. L’unico effetto che è in
grado di produrre è un debole fototropismo su alcune piante, nettamente inferiore
ovviamente a quello dovuto alla luce solare o alle luci artificiali. Ricordo
che per fototropismo si intende la curvatura di una pianta verso uno stimolo
luminoso esterno. E’ poi ancora in fase di accertamento la possibilità che la
differenza di luce tra Luna Piena e Luna Nuova possa causare una lievissima
variazione di temperatura, dell’ordine di pochi centesimi di grado. Ovviamente
ben poca cosa se paragonata alla variazione di temperatura collegata alla
copertura più o meno ampia del cielo da parte dei sistemi nuvolosi.
Concludendo, marea soprattutto ed in minima parte luce: null’altro da un punto
di vista scientifico può creare qualche effetto significativo sulla Terra e sui
suoi abitanti.
Ma allora perché la Luna riveste tanta
importanza nella cultura umana fin dai tempi più remoti e perché le si attribuisco poteri eccezionali su tutta
l’ecosistema biologico, uomo compreso ?
3. Il
dominio della Luna
In moltissimi campi in cui ci si voglia
addentrare (medicina, agricoltura, criminologia, biologia, climatologia, ecc.)
la Luna sembra sempre giocare un ruolo essenziale. Chiunque venisse interrogato a riguardo
saprebbe fornire alcuni validi esempi. Il ciclo mestruale della donna segue
perfettamente il mese lunare; la semina e la potatura delle piante, la raccolta
dei funghi, l’epoca di imbottigliamento del vino sono strettamente legati alle
fasi lunari; il numero delle nascite rispecchia la maggiore o minore luminosità
del nostro satellite; la criminalità, il numero dei suicidi, l’epilessia hanno
anch’essi strettissimi legami con le
fasi lunari; perfino la crescita dei capelli non ne è immune. E chi più
ne ha più ne metta. E queste certezze sono conosciute fin dagli albori
dell’uomo. Sono considerate evidenze sotto gli occhi di tutti, facilmente
verificabili (almeno così si dice, ma ci torneremo in seguito….). Molti detti
di largo uso riflettono queste convinzioni: essere lunatici,
avere la luna storta, avere il mal della luna
(epilessia), ecc. Come mai questa fondamentale importanza della Luna sulla
stragrande maggioranza degli eventi che ci circondano?
Per poter rispondere dobbiamo tornare
all’uomo primitivo che poco alla volta iniziava a guardarsi intorno con
crescente spirito di osservazione e crescente consapevolezza della sua
esistenza in una Natura ancora per molti versi sconosciuta. Alcuni fenomeni
erano sicuramente più sconvolgenti di altri. Primo fra tutti l’alternarsi del
giorno e della notte, accompagnato dalla comparsa e dalla scomparsa di
un’enorme sfera luminosa nel cielo, il Sole. Vero padrone della vita del nostro
pianeta, ne scandiva le fasi di crescita e di sviluppo con un ritmo preciso e
continuo, in apparenza immutabile. E’ ovvio quindi a tutti come tale entità sia
diventata subito oggetto di culto, sicurezza e protezione.
Nel contempo, un altro oggetto luminoso
appariva e scompariva nel cielo, ma con forma sempre cangiante: la Luna.
Complice benigna dell’uomo nelle sue cacce notturne e nelle sue difese dagli
animali predatori, portava però con sé l’essenza della variabilità e del
cambiamento, un concetto sicuramente più complesso e meno controllabile. Alla
sua influenza furono allora assegnati tutti quegli eventi terreni che
comportavano cicli di crescita e di decadimento. Teniamo infatti ben presente
che fin dai primordi la crescente razionalità dell’uomo ha sempre cercato di
collegare tra loro fenomeni diversi, invocando una ragione, o quantomeno
costruendosene una propria, per dare spiegazione a tutto ciò che si manifestava
intorno a lui. E’ proprio questa
capacità e volontà di logica e di razionalità la vera differenza tra l’uomo e
gli animali, anche superiori.
Incapace però di trovare molto spesso
risposte adeguate alla stragrande maggioranza dei misteri della Natura e non
essendo ancora in grado di adattarli ai propri scopi materiali, l’uomo
primitivo cercò di accattivarseli, di renderseli propizi con riti, cerimonie,
danze, pitture, ecc. Nacque così la
cosiddetta magia simpatica, di cui ho già accennato e che tanta parte ha
avuto nella cultura dell’uomo attraverso i millenni. Ancora oggi si può
trovarne applicazioni nei popoli più primitivi. Essa si basa sul principio: il
simile produce il simile, per cui è necessario compiere una serie di azioni
miranti ad imitare il risultato che si cerca di ottenere. La
rappresentazione della cattura di un animale attraverso disegni, danze o
azioni mimate, aiuterà certamente le Entità superiori ad accontentare le nostre
richieste. Come logica conseguenza, l’uomo primitivo cercò anche di dare
risalto ad ogni possibile somiglianza tra avvenimenti della propria esistenza e
fenomeni esterni a lui ben superiori ed incontrollabili. La somiglianza rendeva
magico e superiore anche l’evento stesso che l’uomo stava vivendo,
conferendogli la sacralità di un rito.
Tra questi ne esisteva già uno importantissimo e misterioso che si
ripeteva continuamente sotto gli occhi di tutti, rispondendo perfettamente ai
principi della magia simpatica: la gestazione e la nascita di una nuova
creatura. Al pari delle fasi lunari (nuova, crescente, piena, calante)
anche il ventre della donna subiva un cambiamento prima di dare alla luce una
nuova vita. Naturalissimo ed ovvio quindi il collegamento della fertilità
femminile con il nostro satellite.
In tutte le culture sviluppatesi nel mondo
questa simbiosi tra fertilità e Luna ebbe sempre un ruolo fondamentale. Anzi si
cercò di generalizzarla il più possibile, instaurando la regola base che tutto
ciò che deve crescere e svilupparsi deve essere fatto in Luna crescente e tutto
ciò che deve arrestarsi e morire deve essere fatto in Luna calante. Venne
naturale quindi associare a questo principio la semina, i trapianti, la
potatura, il taglio degli alberi, ecc. Un bellissimo collegamento, una
splendida visione legata alle culture arcaiche, ma, come tutte le antiche
credenze e superstizioni, destinato forse a scomparire lentamente col tempo e
con l’affermarsi impetuoso delle scienze esatte e della tecnologia.
Invece questa visione quasi magica del
rapporto tra uomo e Luna rimase e rimane tuttora estremamente radicata in
qualsiasi strato sociale e culturale, acquistando anzi una ben più complessa
articolazione, e stimolando vere e proprie correnti di pensiero.
Come mai tutto questo? La risposta più
ovvia sembrerebbe : perché si basa su una verità scientifica, forse non
ancora spiegata, ma sicuramente valida. In realtà il problema è più
complicato e degno di un’analisi ben più attenta. La sua longevità e
complessità si basa sicuramente in parte su alcune coincidenze (fortunate o
sfortunate, a seconda dei punti di vista) ed in parte su alcune analogie con
gli effetti veramente scientifici dovuti
alla Luna. Cercherò nel seguito di affrontare questa problematica con il
massimo rigore, ma anche di evidenziare
senza preconcetti il pro ed il contro delle teorie che si sono sviluppate a
riguardo.
3. Eventi e cause
Quanto cercherò di esprimere in questo
capitolo risulterà forse un poco noioso e sembrerà estraneo al problema della
Luna e delle sue influenze. Invito però il lettore a fare un piccolo sforzo di
concentrazione, perché solo così avrà a disposizione le basi per valutare
correttamente la problematica che ci interessa.
Tutto ciò che capita attorno a noi, dai
più piccoli avvenimenti fino agli sconvolgimenti più violenti, rappresenta
l’insieme degli eventi. La storia dell’intero Universo è una serie
ininterrotta di eventi che si susseguono costantemente. Mentre a volte è relativamente
facile prendere coscienza degli eventi, saperli riconoscere, ipotizzarne di
nuovi, è sempre molto più difficile dimostrarne l’evidenza e spiegarne
le cause. La ricerca scientifica ha come scopo proprio questo: riconoscere
un evento, accertarne l’evidenza e cercare poi una spiegazione che sia in
grado di riprodurlo.
Molto spesso la Scienza si è fermata, e si
ferma tuttora, al primo o al secondo passo. E’ magari in grado di riconoscere
un evento e di accertarne l’evidenza, ma non di fornirne una spiegazione
plausibile. Ad esempio, le comete pur essendo ben conosciute da svariati secoli
(anche Giotto ne rappresentò una molto realistica nei suoi affreschi della
Cappella degli Scrovegni a Padova), vennero per molto tempo pensate come
fenomeni puramente atmosferici. La caduta di un fulmine, la pioggia, il rombo
di un tuono, il terremoto, e così via, sono eventi molto ben conosciuti da chiunque (ossia se ne
ha una chiara evidenza), ma in linea teorica potremmo benissimo non
averli ancora spiegati. Ribadiamo quindi che
il primo passo per comprendere ciò che ci sta attorno è quello di
accertare la veridicità di un evento. Solo dopo si potrà cercare di fornirne
una spiegazione razionale. Fornire
spiegazioni prima di avere un’assoluta conferma di un fenomeno è scienza
fasulla, e non ha mai portato né mai porterà ad alcun miglioramento della
nostra esistenza. Né tanto meno è corretto sentirsi liberi di formulare ipotesi
strampalate per spiegare eventi non ancora sufficientemente provati.
Spesso però accertare un evento non è
cosa da poco e necessita di un bagaglio scientifico non indifferente. Prendiamo
come esempio il gioco della roulette e delle puntate sul rosso
e sul nero. Sappiamo oggi benissimo che la probabilità che
esca uno o l’altro dei due colori è esattamente la stessa. Ma per accertare
questa affermazione (evento), all’apparenza semplice ed ovvia, è stato
necessario applicare il metodo statistico. Esso non solo ci ha
dimostrato l’evidenza dell’evento, ma ci ha anche permesso di valutare quanto
esso resti valido al cambiare delle condizioni e quale margine di errore ci si
possa aspettare. Ad esempio, se si punta una decina di volte (un numero molto
limitato) si potrebbe ottenere un risultato in antitesi con le aspettative.
Addirittura non è impossibile che esca dieci volte su dieci il rosso o il nero.
Ma ciò non vuol dire che l’affermazione sulla parità della probabilità sia
errata. Se facessimo, infatti, un milione di puntate, otterremmo un numero di
rossi e di neri quasi perfettamente uguali. Questo è un esempio banale, ma può
estendersi facilmente a problemi ben più complessi come le previsioni del tempo
o il rischio che un meteorite ci cada sulla testa. Valutare l’evidenza
statistica di un fenomeno, stabilirne il margine di errore ed evidenziare le
condizioni al contorno che possono alterarne il risultato, sono passi
essenziali che devono essere compiuti prima di accettare un evento come reale.
Ad esempio, se la roulette avesse un difetto meccanico intrinseco (magari
voluto…..), l’evento atteso potrebbe non verificarsi, senza ledere la legge
statistica che lo governa.
In modo analogo si deve stare molto
attenti a collegare due fenomeni distinti e ad assumere immediatamente tra loro
una relazione di causa-effetto. Il tuono segue il lampo. Questo è
un esempio corretto di causa-effetto. Un certo evento capita solo quando ne
capita un altro. Ma, a volte, senza una spiegazione scientifica che li colleghi
o con un’applicazione errata del metodo statistico, non è facile stabilire
questo legame e si rischia di commettere errori grossolani. Ad esempio, se facessimo una ricerca molto
dettagliata e globale sugli spettatori dei cinematografi e sulla vendita di
ombrelli, ci renderemmo conto di uno stretto collegamento tra i due fenomeni
che ci potrebbe portare a questa affermazione : la vendita degli ombrelli
cresce ogni volta che aumenta il numero di spettatori al cinema. Automaticamente,
i negozianti di ombrelli potrebbero allora pensare di investire notevoli
risorse per stimolare le persone ad andare al cinema, aspettandosi un ritorno
considerevole nell’incremento delle vendite. Nulla di più sbagliato. Un terzo
fenomeno, non tenuto debitamente in considerazione, è in realtà la causa di
entrambi gli eventi: un periodo di pioggia prolungato!
Associare due eventi, senza applicare
correttamente il metodo statistico e senza considerare le condizioni esterne,
può portare a conclusioni assurde e
magari stimolare strampalate teorie esplicative prive di qualsiasi fondamento
reale.
Un altro fatto che non aiuta certo nella
valutazione critica di ipotesi create appositamente per spiegare fenomeni
misteriosi o presunti tali, è la nostra propensione verso una cultura di tipo umanistico.
Siamo sicuramente più preparati ad accorgerci di strafalcioni grammaticali o
storici, che non a cogliere assurdità di tipo scientifico. Se un presunto
Professore X ci volesse convincere che è stato Napoleone a far crocifiggere
Gesù o che il Colosseo è stato costruito per far atterrare un’astronave
marziana, quasi nessuno accetterebbe le sue farneticazioni. Ma se lo stesso
Professor X (meglio se americano ….) ci parlasse di energia positiva, di nodi
geopatogeni, di magnetismo negativo, di gravitazione psichica, otterrebbe
certamente maggiore considerazione. I nostri strumenti culturali di analisi si
rivelano validi per quanto concerne la sfera storica, ma molto meno per quanto riguarda quella
scientifica. Qualora l’ormai “famoso” Professor X utilizzasse parole come biometro,
frequenza, risonanza, irraggiamento, energie attive,
ecc., l’uomo medio avrebbe immediatamente la sensazione che si parli veramente
in termini scientifici e sarebbe propenso ad accettare la teoria che ne faccia
largo uso, anche se in modo scientificamente sgrammaticato e incoerente.
Possiamo ora riassumere alcuni tra i
maggiori problemi che possono causare visioni distorte della realtà dei fatti o
la proliferazione di teorie pseudo-scientifiche del tutto assurde:
1)
La mancata o sbagliata applicazione di metodi
statistici per accertare l’evidenza di un fenomeno.
2)
L’errato collegamento causa-effetto tra due fenomeni.
3)
La scarsa dimestichezza nell’uso di termini scientifici
e la propensione ad accettare più facilmente teorie, anche strampalate, che ne
abusino.
4. Analogie e coincidenze
Quanto detto precedentemente trova la sua
più immediata applicazione nell’astrologia. Eventi non verificati o accertati
solo a livello emotivo (e non certo mediante analisi e metodi statistici
corretti) vengono proposti come reali ed assodati. Fenomeni completamente diversi,
quali da un lato avere certe
caratteristiche comportamentali e dall’altro la presenza o no in cielo di certi
corpi celesti in un dato momento della propria esistenza, vengono collegate da
relazioni del tipo causa-effetto (se avviene questo allora deve avvenire
quest’altro). L’uso di termini solo apparentemente “scientifici” autorizza
l’applicazione arbitraria di leggi fisiche reali a situazioni che ne sono sicuramente immuni. Ecc., ecc.
ecc.
Torniamo alla Luna, problema sicuramente
più interessante e complesso. Ci siamo ormai creati un bagaglio abbastanza
ampio per poter valutare con attenzione critica la veridicità o meno dei vari
effetti lunari esercitati sul biosistema terrestre. Da un lato si è visto come
la Luna abbia sicuramente suggestionato e scandito la vita degli uomini a causa
della sua continua variabilità ed a causa di certe analogie con eventi
importantissimi della vita dell’uomo, primo fra tutti la gestazione e la
nascita di una nuova vita. Dall’altro abbiamo anche visto però quanto sia
pericoloso dare come accertato un evento, senza prima averlo verificato con
metodi statistici rigorosi. E abbiamo altresì visto come l’uomo sia facilmente
influenzabile dai termini di carattere scientifico usati per avvalorare teorie
prive di qualsiasi fondamento.
Esistono però anche altri fattori che
hanno spinto la Luna ad avere un ruolo unico nella storia dell’umanità e che
anzi hanno stimolato la crescita di teorie sempre più sofisticate a sostegno di
credenze e suggestioni pluri-secolari. Innanzitutto una coincidenza
importantissima: la durata del ciclo mestruale femminile, in perfetta
sintonia con il mese lunare. Se questo
fatto si unisce al già citato esempio spontaneo di magia simpatica che paragona
la gestazione con le fasi lunari, il collegamento Luna-donna sembra
essere al di sopra di ogni sospetto. Ed è quindi ovvio che su questa apparente
evidenza si siano poi inserite teorie esplicative di varia natura e
complessità, basate su interpretazioni approssimative degli effetti scientifici
reali del nostro satellite (maree e luminosità variabile). Tuttavia, analisi
statistiche accurate hanno dimostrato che il ciclo medio femminile è di 28
giorni, con una grande variabilità che va da un minimo di circa 20 ad un
massimo di circa 50 giorni. Il mese lunare è invece di 29 giorni e mezzo.
La perfetta coincidenza salta del tutto e la somiglianza tra ciclo mestruale e
mese lunare appare del tutto casuale
Inoltre, nessuna delle scimmie da cui ha avuto origine l’uomo ha un ciclo
mestruale simile al nostro. Lo scimpanzé ad esempio, forse il primate a noi più
vicino, ha un ciclo di 35 giorni. Ma i numeri differiscono molto per gli altri
animali: 5 giorni per i topi, 17 per le pecore, 21 per le mucche, ecc. Se la
somiglianza fosse realmente un qualcosa di “fisico”, perché solo
l’essere umano dovrebbe avere una stretta concordanza con la Luna ?
Forse tutto ciò non è scientifico, ma solo
psicologico ( ossia la donna si è uniformata inconsciamente con l’oggetto
celeste verso cui tutto sembrava paragonarla ). In realtà però esiste un altro
animale con un ciclo uguale a quello della donna: l’opossum, che,
simile al tasso, è l’unico marsupiale esistente nel Nord America.
Ora, mentre tutti sarebbero disposti a
credere che tra opossum e fasi lunari ci sia solo una mera coincidenza, quanti
accetterebbero la stessa “squallida” e poco romantica spiegazione per la donna
? Certo nessuno potrebbe pensare mai che l’opossum abbia subito un
condizionamento psicologico….
Tutto ciò non può che farci pensare che
qualsiasi collegamento reale tra donna e Luna sia del tutto fortuito.
La coincidenza tra ciclo femminile e mese
lunare ha però stimolato l’utilizzo degli effetti “reali” della Luna per
spiegare un’evidenza solo apparente. Alcuni, ad esempio, hanno portato come
prova, a sostegno dello stretto legame tra donna e Luna, esempi lampanti di
altri animali che subiscono effetti
lunari scientificamente verificati.
Questi animali, di tipo inferiore, sono
però tutti marini e sviluppatisi in ambienti costieri, ossia dove l’alternarsi
delle maree, come già sottolineato, ha da sempre scandito l’evoluzione
biologica. Depositare le uova, accoppiarsi, nutrirsi, ecc. dipendono per essi
chiaramente dalle condizioni ambientali e devono aver luogo nel momento più adatto
e più sicuro per la conservazione della specie. In questo caso il processo è
spiegabile scientificamente proprio con uno degli effetti riconosciuti alla
Luna: la marea oceanica.
Concludendo, mentre è indubbio (e poco
“magico”) affermare che l’uomo abbia da sempre usato le fasi ed il mese lunare
per scandire il proprio tempo (calendario), non è altrettanto vero che un
calendario biologico lunare controlli il ciclo femminile. Anzi, è facilmente
dimostrabile come la citata analogia sia errata (28 giorni invece di 29,5) e
comunque frutto di pura coincidenza (perché gli altri animali no, e la donna e
l’opossum si ?). Siamo di fronte al classico esempio di un’evidenza fortemente
creduta e voluta, ma scarsamente verificata, sulla quale è stato poi facile ricamare
tutta una serie di teorie pseudo-scientifiche.
5. Dalla magia alla scienza
il passo è breve
Abbiamo già visto in precedenza come la
magia simpatica abbia influenzato la credenza generale che tutto ciò che deve
crescere deve essere collegato alla Luna crescente e tutto ciò che deve
arrestarsi o morire deve essere collegato alla Luna calante. Un retaggio
antico, primordiale che forse si sarebbe lentamente spento con l’incalzare
dell’era tecnologica moderna. Ma in tempi recenti (1978) il medico Arnold
Lieber soffiò sulla cenere, facendo un’affermazione all’apparenza
estremamente semplice ed intuitiva, quanto estremamente errata. Basandosi sulla
vita degli organismi marini di cui si diceva prima e sull’analogia tra ciclo
femminile e Luna, il dottor Lieber enunciò la teoria della marea biologica,
che in poche parole recita così: la Terra è composta per il 70-80 per
cento di acqua e subisce notoriamente l’effetto della marea. Il corpo umano è formato anch’esso da circa
il 70-80 per cento di acqua: è logico quindi che subisca in modo analogo un
effetto di marea.
Ovviamente, essendo uno studioso ed un
medico, fu molto facile per lui esprimere la teoria per mezzo di innumerevoli
termini tecnici che non potevano non
colpire e suggestionare l’opinione pubblica. In fondo veniva confermata
“scientificamente” un’antica e primordiale credenza. Il dottor Lieber citava
tra l’altro innumerevoli ricerche fatte sul comportamento umano in relazione
alle fasi lunari, presentando statistiche sul numero di incidenti, di crimini,
di nascite, ecc., tutte strettamente legate a particolari configurazioni del
nostro satellite. Non voglio certo mettere in dubbio la buona fede del dottor
Lieber, ma è pur vero che inciampò proprio in tutti e tre i problemi descritti nel terzo capitolo. Si basò, infatti, su dati
statistici non controllati, passò immediatamente alla formulazione di una
teoria “scientifica”, la condì infine con paroloni tecnici e complicati di
grande effetto sul lettore.
Tuttavia, per smantellare la sua teoria basta fare alcune semplici
considerazioni. Innanzitutto bisogna ricordare che la marea agisce sulle masse
d’acqua del nostro pianeta, causando effetti talvolta macroscopici, solo perché
le loro dimensioni sono enormi e agiscono come moltiplicatore di un
effetto altrimenti impercettibile. Negli oceani anche un minimo sollevamento
può causare correnti di massa liquida che, dove ci siano particolari condizioni
costiere, sono in grado di produrre sollevamenti di acqua considerevoli. Non
esiste invece alcun effetto di marea in un piccolo lago o in una tinozza
d’acqua, né tanto meno può esserci nel corpo umano, dove l’acqua è combinata
con altre sostanze ed è intrappolata all’interno, mentre sulla Terra è quasi
completamente in superficie.
Oltretutto, la marea altro non è che un
effetto legato alla forza
gravitazionale, secondo cui ogni corpo subisce l’attrazione di un qualsiasi
altro corpo. Ciò vuol dire che un oggetto vicino esercita su di noi una certa
forza gravitazionale (e analogamente noi la esercitiamo su di esso). Non ce ne
rendiamo conto solo perché quella esercitata dalla Terra è incredibilmente più
grande. Come conseguenza qualsiasi oggetto causa anche una forza di marea su un
altro oggetto. Questa forza cresce con la massa dell’oggetto che la causa, ma
diminuisce col cubo della distanza tra i due oggetti. E’ facile calcolare, ad esempio, che una mamma che
tiene in braccio il suo bambino esercita su di lui una marea 12 milioni di
volte superiore a quella causata sullo stesso bimbo dalla Luna . E questo
soltanto perché, pur essendo molto più piccola della Luna, la mamma è
enormemente più vicina. Non sarebbe
allora più giusto e “scientifico” affermare che è la mamma che determina il
carattere e le abitudini del proprio figlio, lasciando del tutto perdere
l’influenza di Luna, stelle, pianeti ed altre cose analoghe ?
Quando poi si scende nei particolari e si
passa a parlare di quegli avvenimenti che sembrano capitare più frequentemente
durante la Luna Piena, si deve tener presente che la marea agisce, su qualsiasi
punto della Terra, due volte al giorno e non solo una volta al mese. Durante
la Luna Piena (ma anche durante la Luna Nuova) succede soltanto che la marea
dovuta al Sole (poco meno della metà di quella lunare) si somma a quella dovuta
alla Luna. Ne conseguono due fatti importanti: 1) non vi è una grande
differenza, dal punto di vista di forza di marea, tra i periodi “normali” e
quelli di plenilunio; 2) gli effetti al plenilunio sono identici a quelli che
si hanno al novilunio. Non vi è quindi alcuna ragione per favorire la Luna
Piena rispetto alla Luna Nuova, almeno se consideriamo solo gli effetti di
marea.
Ammettendo quindi per un momento che vi
siano realmente più nascite, più omicidi, più suicidi, più casi di pazzia
durante la Luna Piena, questa supposta “evidenza” non può dipendere certo dagli
effetti di marea, come invece pretenderebbe la supposta teoria di Lieber.
Ma anche l’evidenza stessa di certi
fenomeni è oltremodo dubbia, se non completamente falsa. Non voglio perdermi a
citare i tanti studi eseguiti per raccogliere prove a favore della teoria di
Lieber, basti dire che riprendendo gli stessi dati ed applicando ad essi procedimenti
statistici corretti, la loro validità scompare totalmente. Per procedimenti
corretti si intendono quelli che abbiano eliminato dai dati tutti quei fattori
esterni che possano causare anomalie sistematiche, abbiano tenuto conto delle
variazioni rispetto al valor medio (ricordate l’esempio del rosso e del nero
alla roulette ?), abbiano considerato solo serie di dati omogenei e continui,
ecc. Ad esempio, considerando la frequenza delle nascite, si deve tener conto
dei parti cesarei e della presenza periodica dei week-end, che possono influire
sul numero di interventi pilotati nel corso della settimana. Questi fattori
esterni si sommano ai dati reali e possono indurre variazioni sistematiche del
tutto estranee (ricordiamo che le fasi lunari si ripetono ogni quattro
settimane circa e questa scadenza può statisticamente
sommarsi all’effetto week-end che si ha una volta a settimana).
Per meglio provare l’inconsistenza dei
dati raccolti e presentati da Lieber, sono state fatte ricerche su di un numero
enorme di nascite presso vari ospedali americani (anche qui non voglio tediarvi
con dati e numeri) e tutte queste hanno dato esito completamente negativo. Non
solo la teoria si è dimostrata inconcludente, ma anche i dati portati a suo
favore.
A seguito di queste chiare evidenze,
qualcuno ha allora cercato di escludere del tutto l’effetto mareale, provando
invece a considerare gli effetti della Luna sul campo magnetico terrestre. La
situazione è la seguente: il nostro satellite si interpone al fascio di
particelle che provengono dal Sole quando c’è Luna Nuova (la Luna sta tra la
Terra e il Sole), mentre è ininfluente quando c’è Luna Piena (la Luna sta dalla
parte opposta del Sole rispetto alla Terra). In quest’ultima fase ci si può
aspettare un maggior numero di particelle caricate positivamente, che sono
pensate sfavorire certi stati d’animo umani.
Tuttavia, facendo i conti, si è visto che il loro effetto è enormemente
più piccolo di quello dovuto all’aria condizionata, all’inquinamento, ai campi
magnetici indotti, ecc.
Non resta allora che considerare la
quantità di luce che giunge sulla Terra durante la Luna Piena. Ma anche qui il
discorso perde di significato. La luce artificiale è di gran lunga più
importante della luce lunare, per non parlare della differenza tra un cielo
coperto ed una notte serena. Se fosse la luce della Luna Piena a causare
l’aumento della criminalità o delle nascite, ci dovrebbe essere a maggior
ragione uno stretto collegamento anche con le zone più o meno luminose o con le
condizioni meteorologiche.
Malgrado tutto ciò, i più tenaci
continueranno certamente a dire: può anche darsi che non si sia ancora
trovata la spiegazione o che certi dati siano risultati poco
significativi, ma un amico medico e/o
un’ amica infermiera mi hanno assicurato che con la Luna Piena si nasce di più.
Fermo restando che anche in questo caso
bisognerebbe valutare bene i parti cesarei (che tendono ad evitare per ovvie
ragioni i periodi di week-end) ed altri fattori che possono alterare l’insieme
dei dati, è importante non trascurare l’effetto selettivo della nostra
memoria: il nostro cervello tende a ricordare meglio ciò che capita sotto
certe condizioni, soprattutto se queste condizioni sono consciamente o
inconsciamente considerate favorevoli perché quel certo fatto accada. In
altre parole, se una certa notte la sala parto risultasse tragicamente intasata
e nel cielo splendesse la Luna Piena, quella serata rimarrebbe più impressa
nella memoria rispetto ad una nottata di pari confusione ma priva di Luna.
Nello stesso modo in cui i superstiziosi tenderebbero a ricordare meglio i contrattempi
avuti di venerdì 17 rispetto a quelli avuti di martedì 23, oppure un incidente
avuto a causa di un gatto nero piuttosto che di un cane. E’ proprio per questo
che l’accertamento della frequenza di certi fenomeni non deve essere lasciata
solo alla memoria, ma deve essere comprovata da metodi statistici veramente
obiettivi e riproducibili da chiunque.
E’ interessante ricordare infine come
culture e società diverse tendano ad essere influenzate da avvenimenti diversi.
In Italia, ad esempio, si da molto risalto agli effetti della Luna sul numero
delle nascite e sull’agricoltura, mentre negli Stati Uniti si pone maggior
interesse sulla pazzia, la criminalità, gli incidenti stradali, le condizioni
di salute. Anche questa soggettività risulta un fattore indicativo della
componente psicologica associata alle credenze sulla Luna.
Ovviamente ho cercato fino a qui di
attenermi a considerazioni logiche e basate su dati scientifici ampiamente
dimostrati. Nulla potrei fare o dire se qualcuno ipotizzasse l’esistenza di
forze psichiche o fisiche del tutto sconosciute, che governino il legame tra
uomo e Cosmo. Potrei solo affermare che creare nuove teorie è estremamente
facile, mentre è molto più difficile riuscirle a provare. Non molto di più.
Anche se penserei con un poco di tristezza a quanto hanno fatto, subito e
sofferto molti veri scienziati nel corso dei millenni, nel tentativo di
darci una visione coerente della Natura. Inviterei anche a riflettere su come
l’innato bisogno dell’uomo di mettersi al centro dell’Universo e di sentirsi
protetto e sovrastato da forze incontrollabili, sia troppo spesso sfruttato da
ciarlatani e mistificatori.
5. A proposito di piante (e di vino)
Una logica ed oggettiva analisi delle
forze naturali sembra eliminare del tutto qualsiasi legame tra uomo e Luna, al
di fuori dei pochi effetti reali ben conosciuti. Restano però ancora da
discutere gli effetti della Luna sul mondo vegetale. E’ questo in fondo il
risvolto che maggiormente interessa i produttori di vino, proprio coloro che hanno stimolato queste mie
riflessioni.
L’argomento è sicuramente molto più
sentito nel nostro Paese e sicuramente immune da legami psicologici diretti.
Nessuno infatti potrebbe mai pensare che le piante abbiano una loro razionalità
ed una loro volontà di agire, al di là delle pure reazioni chimiche e fisiche indotte dall’insieme naturale in
cui vivono ed evolvono. Proprio sull’armonia di questo insieme si basano alcune
teorie che cercano di scandire la crescita, la semina, il raccolto, ecc. in
funzione di fenomeni esterni, tra cui appunto la variabile presenza della
nostra Luna. A questo riguardo assume un ruolo estremamente importante l’agricoltura
biodinamica, a cui infatti sarà dedicato un capitolo a sé stante.
Per il momento limitiamoci però alle considerazioni generali sul
rapporto Luna-vegetazione. Sono stati scritti innumerevoli trattati e creati
veri e propri calendari che dettano le regole e scandiscono i periodi in cui
seminare, tagliare, trapiantare, raccogliere, ecc., tutte le operazioni insomma
che comportano un’ ottimizzazione del prodotto finale per il fabbisogno umano.
Ognuna di queste regole viene solitamente accompagnata dalla relativa
spiegazione. In alcuni casi si va ben oltre ad uno schema semplice e lineare e
si cerca una trattazione altamente professionale. Citerò come esempio un paio di “chicche” che ho
trovato qua e là:
-
L’immensa attività solare diurna inibisce scambi
nutritivi che vengono attivati durante la notte dalla luce lunare utilizzata
come catalizzatore.
-
La mancanza dei raggi lunari inibisce la
metabolizzazione da parte dei vegetali portandoli a sindromi denutrizionali
manifestate con una crescita lenta (fragilità dei fusti, vegetazione
rinsecchita, maturazione ritardata).
Qualsiasi commento è sicuramente
inutile. Basterebbe notare l’ampio uso di termini “scientifici” e “difficili”,
in accordo con quanto detto sulle teorie pseudo-scientifiche citate nei
capitoli precedenti. Si noti anche come manchi sempre una reale spiegazione del
rapporto causa-effetto.
Ammetto di aver preso un esempio limite,
ma in generale è indubbio che tutto ciò che si ascrive alla debole luce
lunare ed alla sua variazione mensile può tranquillamente essere
riprodotto da condizioni atmosferiche variabili o dalla vicinanza di centri
urbani illuminati. Questo vuole forse dire che le piante subiscono crescite e
produzioni diverse a seconda che si trovino in zone più o meno urbanizzate ?
Non credo che questa eventualità sia mai stata presa in alta considerazione
dagli agricoltori. Quegli stessi magari che guardano costantemente alle fasi
lunari.
Prendiamo ora in esame un calendario
“standard”, semplice e pratico, lasciando ogni commento alla fine.
In Luna Crescente il momento è favorevole
per:
semine, piantagione o trapianto
di alberi (le conifere tra fine marzo e inizio aprile), potature degli alberi
più deboli, riproduzione per talea (a primavera per le piante a foglia caduca,
a settembre per i sempreverdi), antiparassitari (meglio nel primo quarto),
taglio della legna da ardere. In generale sono da compiere tutte quelle azioni
che sono favorite dalla salita della linfa verso gli apici delle piante.
In Luna Calante il momento è favorevole
per:
Innesti, trapianto di azalee,
potatura degli alberi vigorosi, taglio del legname da costruzione. In generale
tutte quelle azioni che sono favorite da un ridotto afflusso di linfa.
Viene spontanea una domanda: perché la Luna dovrebbe stimolare più
o meno l’afflusso della linfa?
Per effetto di un maggiore o minore riscaldamento ? Ma questo si
sa bene che, se esiste, può variare di pochi centesimi di grado al massimo e
quindi risulta ininfluente o decisamente più basso di quello riscontrabile a
causa di condizioni climatiche e ambientali diverse. Per effetto della luce?
Ma anche questa è, come già detto, costantemente soggetta a variazioni dovute
alla maggiore o minore copertura del cielo, indipendenti dalle fasi lunari. Per
effetto della marea? L’argomento è già stato ampiamente discusso
precedentemente. Basta aggiungere che se fosse dovuto a ciò dovremmo
riscontrare diversità rilevanti per culture prossime a colline, palazzi, centri
urbani, i quali, con la loro massa, esercitano sulle piante un’azione mareale
ben superiore a quella della Luna (vi ricordate l’esempio della mamma e del
bambino ?). Anche in questo caso non mi risulta che alcun agricoltore abbia mai
piantato o potato o tagliato in funzione della posizione dei suoi terreni
rispetto a grandi edifici o colline più o meno estese.
Nel calendario riportato precedentemente,
si nota però un’altra anomalia: il mischiarsi di epoche lunari con epoche
solari (si parla infatti anche di mesi e stagioni). Le due cose non devono
confondersi. L’effetto del Sole sulla vita della Terra è indiscutibile, così
come sono indiscutibili gli effetti diurni e stagionali su tutti i sistemi sia
biologici che geologici. Effetti macroscopici dovuti a variazioni di
temperatura e di illuminamento sono facilmente spiegabili scientificamente, sia
a livello diurno che a livello annuo. Avvalorare una certa operazione compiuta
in condizioni favorevoli di Sole, non autorizza certo l’estensione anche
all’influenza della Luna che si suppone accompagnarla. Creeremmo
automaticamente una “falsa” causa per spiegare un certo effetto.
I più attenti forse ricorderanno che nel
secondo capitolo avevo accennato al fototropismo lunare, ossia alla capacità da
parte di alcune piante di rispondere con leggeri movimenti allo stimolo
luminoso della Luna. Potrebbe essere questo un esempio indicativo di un possibile
legame esistente tra vita delle piante e Luna ? Direi proprio di no. Prima di
tutto perché sappiamo che l’azione che ne deriva è estremamente superficiale e
poi perché analogo risultato si otterrebbe nuovamente attraverso stimoli
luminosi di qualsiasi origine, sia naturale che artificiale.
Ci stiamo accorgendo che anche parlando di
vegetali, e del modo migliore per coltivarli, siamo nuovamente caduti nelle
stesse contraddizioni sollevate a riguardo della sfera umana. Con una grande
differenza però. Mentre l’influenza della Luna sull’uomo viene considerata come
un qualcosa di ineluttabile, che può solo essere subita ed accettata, la stessa
influenza sul mondo vegetale può invece essere controllata dall’uomo stesso,
finalizzandola ai propri scopi. Questo può stimolare un’azione diretta che va a
sommarsi agli effetti della memoria selettiva.
Non solo infatti tendiamo a ricordare
meglio tutto ciò che conferma certe credenze “storiche” o che segue la
cosiddetta “saggezza popolare”, ma siamo anche in grado di seguire a nostro piacimento le regole
migliori per propiziare un certo
risultato favorevole. E perché non farlo
visto che un certo comportamento conferma normalmente le aspettative ? C’è poco
da controbattere. Se semino, taglio, innesto, poto, imbottiglio, seguendo i
canoni tradizionali, ed ottengo un ottimo risultato, perché mai dovrei cambiare
metodo ? Vi sarete accorti, tuttavia, che quanto appena illustrato richiama
fortemente la magia simpatica di primordiale memoria. Non solo, ma abbiamo anche
utilizzato un tipo di ragionamento non proprio corretto. Il fatto che avvenga
il fenomeno X quando eseguo l’operazione Y, non vuole certo dire di aver
confermato la dipendenza di X da Y. Potrei ottenere X anche senza eseguire Y,
oppure nel momento che eseguo Y può darsi che compia anche qualche altra azione
fondamentale di cui non sappia (o non voglia) rendermi pienamente conto.
Un banale esempio: devo prendere la
macchina tutte le mattine per andare al lavoro. Per favorire il viaggio, prima
di salire in vettura eseguo un giro intorno ad essa, oppure raccolgo un ramo, o
tiro una pietra alla mia sinistra, o disegno per terra uno schema del tragitto
che devo compiere (magia simpatica….), o qualsiasi altra cosa voi vogliate. Dopo
anni di lavoro posso confermare che seguendo questo sistema non ho mai subito
un incidente. La conclusione che potrei trarre è che eseguendo il mio gesto
preventivo (un vero e proprio gesto rituale) ho scongiurato il rischio di
incidenti ! Ma perché mai dovrei interromperlo se ha sempre dato ottimi frutti
? Cosa mi costa continuare nella mia “magia simpatica” ? Anche se in realtà so
che è la mia guida attenta o il traffico moderato o l’ora del viaggio la vera
ragione che ha favorito un percorso senza intoppi, preferisco continuare a
seguire una certa regola tradizionale. Niente di male in tutto ciò, ma dire che
il ripetersi ininterrotto di eventi sempre positivi è la prova lampante
che è stato proprio il gesto a preservarmi sano e salvo è sicuramente
sbagliato. Ho usato una prova fasulla, priva di qualsiasi valore.
Per avere una prova inattaccabile della
dipendenza di un effetto da una causa precisa dovrei, come già ben sappiamo,
eseguire una serie accurata di controlli statistici su dati continuativi e
privi di effetti esterni che li possano alterare. In modo analogo a quanto
fatto per la frequenza delle nascite o della criminalità o della pazzia, ecc.
Dovrei, in altre parole, eseguire le stesse operazioni agricole in momenti
diversi del mese lunare, ripetendole periodicamente. Dovrei anche tener conto
dei fattori esterni che in alcuni casi potrebbero alterare i risultati
(pioggia, stagioni, vento, ecc.). Dovrei infine applicare metodi statistici
corretti, valutando bene gli scarti previsti rispetto al valor medio e calcolare
le reali differenze tra i risultati ottenuti nei vari periodi considerati. Ci
vorrebbero sicuramente anni e anni prima di poter giungere a conclusioni
significative. Ma tutto ciò può essere chiesto ad un agricoltore, che proprio
dalle pratiche di campagna trae il sostentamento che gli permette di vivere ?
Perché dovrebbe rischiare quando fino ad ora tutto è andato per il verso
giusto? Chi potrebbe accusare il nostro agricoltore di comportarsi in modo
scorretto ? In fondo non fa del male a nessuno…
Ne consegue che certi studi su larga
scala dovrebbero essere fatti da enti di ricerca “ufficiali”, che siano
completamente estranei all’uso commerciale dei prodotti. Non certo da gruppi o
associazioni private che, dimostrando qualcosa di particolare pro o contro la
Luna, ne approfittino poi per immettere sul mercato un certo preparato od una
certa nuova metodologia a pagamento.
Purtroppo in questo campo le ricerche sufficientemente estese e puntuali sono
molto carenti ed è difficile scovarne qualcuna che sia realmente degna di fede.
D’altra parte la situazione è ben diversa
rispetto a quella relativa agli ospedali ed ai commissariati di polizia. In
questi casi le nascite, i crimini, i casi di pazzia, ecc. sono eventi che
capitano naturalmente e che sono automaticamente registrati. Lo sforzo è solo
quello di recuperare ed analizzare i dati. In agricoltura invece bisogna prima
procurarsi i dati, rischiando in qualche modo sulla propria “pelle”. Difficile
quindi dare una risposta definitiva, anche se la logica dei fatti espressi
prima sembra proprio convincere che la nostra sorella Luna poco o nulla possa
influire su qualsiasi pratica di
campagna.
Io personalmente ho un esperienza diretta
solo in un caso: la raccolta dei funghi. Avendo abitato per svariati anni nella
collina torinese, ho avuto occasione di andar per funghi quasi quotidianamente,
da aprile fino a novembre. Quello che ho potuto provare è che la nascita dei
porcini mi è apparsa sempre legata alla quantità di pioggia caduta nel periodo
giusto ed al successivo, più o meno prolungato, periodo di Sole. Se
quest’ultimo si protraeva troppo la crescita si interrompeva, così come se
iniziava a soffiare un vento abbastanza impetuoso, in grado di abbassare
l’umidità del terreno. Tuttavia, quando mancavano i porcini si trovavano
facilmente altri tipi di funghi (le mazze di tamburo nel tardo autunno, i
gallinacci nella tarda primavera, pochissimi ovuli nella tarda estate, i
lattari e le russole a fine ottobre, ecc.). Forse la Luna fa discriminazione tra
tipo e tipo di fungo ? Inoltre, da buon
astronomo, ho cercato di registrare i fatti almeno mentalmente e di controllare
sul calendario i momenti delle raccolte più ricche o più scarse. La Luna non mi
ha mai aiutato. Ho invece trovato essenziali le condizioni atmosferiche, il
grado di umidità, le stagioni, il tipo di fungo, la pulizia del bosco, ecc.
Tant’è che oggi, con i tagli drastici degli alberi ad alto fusto, la crescita
di piante infestanti come l’acacia ed il rovo, la mancata pulizia delle foglie
(una volta utilizzate dai contadini della zona), la ricerca dei funghi sta
dando risultati molto più scarsi, che mi fanno profondamente rimpiangere i
tempi d’oro di una ventina di anni fa, quando riuscivo a trovare anche 7-8
porcini “testa nera” sotto un unico albero. Nel frattempo però la Luna non è
cambiata né tanto meno le sue fasi ……
Sempre a proposito di funghi, ricordo che
anni fa ero solito trascorrere, con la famiglia, l’intero mese di luglio nelle
Dolomiti, a fare escursioni e passeggiate in una natura sicuramente unica al
mondo. Non c’era giorno però che non si concludesse con una più o meno rapida
“battuta” alla ricerca di porcini. Avevamo trovato un posto veramente
eccezionale (il nostro record è stato un porcino di un chilo ed otto etti, completamente
sano), che non posso però menzionare in quanto la raccolta era vietata ai non
residenti (vorrei evitare possibili sanzioni anche se tardive!). Ricordo
perfettamente che un buon bottino era la norma, in qualsiasi giorno del nostro
mese di villeggiatura, alla faccia della Luna Piena o Nuova, della fase calante
o crescente. Ben più importante era invece il fatto che quasi quotidianamente
vi era un temporale serale e che la mattina dopo un sole splendido illuminava i
picchi dolomitici.
6. La biodinamica: una
miscela di verità e di farneticazioni
Per poter dare una valutazione
dell’agricoltura biodinamica è necessario delineare prima i principi su cui si
basa. Essi nascono all’inizio del secolo scorso e derivano dalla cosiddetta antroposofia,
una visione filosofica della vita e della natura che coniuga mistica
indiana e religione cristiana.
Il suo maggior sviluppo si ebbe per opera
di Rudolf Steiner (1861-1925), che pretese di poterla applicare a quasi
tutti i campi dello scibile umano, dalla scienza alla religione, dalla medicina
all’agricoltura, dall’arte all’educazione. Egli tentò una descrizione della
natura dell’uomo attraverso i suoi legami col mondo dello spirito ed enunciò
che, per poter evolvere, lo spirito umano ha bisogno di ripetute vite terrene e
che porta con sé, in ogni incarnazione, i frutti delle vite precedenti. Teoria
questa che riconduce alle idee della “reincarnazione” e del
“karma” (legge del destino), tipiche della visione culturale e religiosa
orientale. Ma andò ben oltre, asserendo di poter descrivere l’evoluzione del
mondo tale come essa si presenta ad una coscienza che ha superato i limiti
dello spazio e del tempo.
Alla luce delle sue ricerche, Steiner si
dichiarò capace di chiarire completamente epoche ed avvenimenti su cui l’astronomia, la geologia, la biologia
e la storia “ordinaria” potevano soltanto ridursi ad enunciare ipotesi. Egli
espose così i principi di quella che lui stesso definì scienza occulta, ossia
in grado di esporre tutti quei fatti
che, in generale, rimangono “occulti”, nascosti ai sensi ordinari.
Le applicazioni “pratiche” furono
molteplici, prima fra tutte quella di carattere medico. Sempre in sintonia col
pensiero orientale, Stein asserì che l’uomo va considerato costituito di tre
parti: corpo, anima e spirito. Ognuna di queste è a sua volta divisa in tre,
sicché l’essere umano risulta formato da nove elementi: corpo fisico, corpo
vitale, corpo astrale, anima sensibile, anima razionale,
anima cosciente, ego spirituale, spirito di vita e spirito
puro. Tutto ciò si allaccia alla qualità dei regni della natura, che
secondo la medicina antroposofica presentano qualità di tipo salino, mercuriale
e sulfureo. Utilizzando questo tipo di
affermazioni ed altre anche molto più complicate, derivò una serie
interminabile di medicamenti alternativi per ogni tipo di malattia sia fisica
che psicologica, fino ad utilizzare l’euritmia, un vero e proprio rito
gestuale, una specie di pantomima.
Analoghe conseguenze si abbatterono
sull’arte, sull’educazione, sulla psicologia (esiste infatti anche la
psicologia dinamica e la psicoenergetica) e, infine, sull’agricoltura.
Non voglio nemmeno provare a giudicare
l’operato di un personaggio così incredibile (talmente esperto in ogni
disciplina da poter oscurare completamente il genio di Leonardo da Vinci) e
lascio a voi stessi ed alle vostre capacità critiche ogni riflessione. Voglio
solo aggiungere che il suo giudizio sulla Scienza “ufficiale” fu sempre
piuttosto duro, considerandola solo capace di valutare i piccoli particolari
senza mai riuscire a comporre un quadro
generale di tutto l’Universo.
L’opera di Steiner è vastissima e si
compone di libri, lezioni, rappresentazioni teatrali, ecc. Esiste anche un sito informatico dedicato a
Rudolf Steiner, dove si possono trovare tutte le notizie sulla sua vita, le sue
opere, le sue teorie e le relative applicazioni. Un sito veramente divulgativo,
utilissimo per conoscere al meglio il filosofo. Risulta solo un po’ strano che
nella pagina di ingresso si trovino subito consigli per procurarsi regali,
libri, riviste, prodotti vari, calendari, ecc. Tutto ovviamente a pagamento. I
siti istituzionali della Scienza ufficiale, tanto vituperata da Steiner, si
limitano normalmente a dare solo informazioni, dati, metodi di indagine,
risultati , ma mai, per quanto io sappia, consigli per gli acquisti……Vorrei
inoltre aggiungere che le asserzioni riportate nelle pagine precedenti non sono
frutto di una mia personale valutazione, ma sono prese direttamente dai testi
scritti da Steiner.
Inquadrato in modo approssimativo (ma
penso già esauriente) il nostro personaggio, vediamo ora come le sue teorie si
siano avvicinate al mondo dell’agricoltura. Ciò accadde solo negli ultimi anni
della sua vita. Nel 1922 due giovani naturalisti si rivolsero a Steiner per
domandargli come certe sue indicazioni circa i processi e i ritmi della vita si
potessero applicare all’agricoltura. Egli fu subito in grado di fornire alcuni
insegnamenti pratici sulla composizione di ingredienti vegetali, che, insieme a
concimi naturali, ne avrebbero aumentato l’efficacia. Due anni più tardi venne invitato da alcuni
agricoltori a tenere una serie di otto conferenze a Koberwitz, presso
Breslavia. Proprio queste lezioni costituirono il suo corso di agricoltura.
In esse Steiner dimostrò come i risultati
della ricerca spirituale possano condurre ad una concezione della natura
completamente nuova. Nella sintesi che ha luogo tra suolo, acqua, irradiazione
solare, vita animale e crescita delle piante, egli asserì che sono da
distinguere sempre due specie di forze formatrici: le terrestri e le cosmiche.
Le prime agiscono sulla crescita e la produzione, le seconde sulla maturazione
e la fecondazione. Il tutto ovviamente fornito senza alcun ausilio di prove o
spiegazioni scientifiche.
Vediamo allora come si articola la
metodologia applicativa che costituisce l’agricoltura biodinamica.
Innanzitutto, il fondamento base indica l’azienda agricola come un vero e
proprio organismo vivente a ciclo chiuso, inserito nel più grande organismo
vivente cosmico, alle cui influenze soggiace. Fin qui niente di sbagliato, ma
tutto abbastanza ovvio se si traduce in parole semplici: se si vuole lavorare
bene è meglio farlo in armonia con la natura, cercando di eliminare prodotti o
artifici che rechino danno all’ecosistema generale. Le cose cambiano, quando
però asserisce che lo scopo della biodinamica non è quello di lasciar
fare alla natura, ma quello di fare oltre la natura. Ciò mi da l’idea di
una visione fortemente egocentrica, in cui l’uomo si reputi in grado di poter
far meglio di quanto la stessa natura abbia saputo fare in miliardi di anni di
evoluzione. Siamo appena nati e già ci sentiamo autorizzati di poter competere
con le immani forze che regolano il Cosmo. Ma torniamo ai fatti. Si ritorna a
concetti giusti (ma anche ovvi) quando Steiner formula i tre principi base
della biodinamica:
1)
mantenere la fertilità della terra;
2)
rendere sane le piante in modo che possano resistere
alle malattie e ai parassiti;
3)
produrre alimenti di qualità più alta possibile.
Non credo vi siano dubbi che ogni
onesto e serio agricoltore debba cercare di seguire questi principi, limitando
al massimo l’uso di prodotti inquinanti. I tre principi sembrano gli stessi di
una consapevole agricoltura “biologica”, che cerchi di escludere fertilizzanti
e antiparassitari che alla lunga
potrebbero risultare nocivi a noi stessi ed alla natura in genere. La vera
novità riguarda la parola “dinamica”, aggiunta alla parola “bio” (da bios =
vita), che invita al movimento, alla costruzione ed alla trasformazione.
Infatti Steiner dichiara apertamente che la coltivazione senza concime chimico
e senza veleni è solo un aspetto secondario di un metodo che deve invece
essere basato essenzialmente su una cosciente utilizzazione delle forze
naturali. Guardando alla natura, le espressioni fondamentali che
caratterizzano queste ultime si riferiscono alla liberazione nella terra di
materie nutritive, allo scambio tra atmosfera e terra, ed all’ autoregolazione
esistente tra tutti gli organismi viventi. In parole povere, questo vuol dire
che la terra ha bisogno di un deciso miglioramento dei normali processi
naturali attivi nel suolo (lombrichi, microrganismi, ecc.) e di una netta
intensificazione degli elementi nutritivi presi dall’atmosfera (anidride
carbonica, acqua, azoto), che sono invece inibiti dalla presenza di concime
chimico. Inoltre, come l’essere umano può venire influenzato e guidato dalle
sostanze presenti nel cibo (vitamine, ormoni, enzimi, ecc.), così la terra
abbisogna di accorgimenti specifici per una migliore autoregolazione. Ciò si
ottiene con la rotazione delle culture (in realtà un procedimento ben conosciuto da tutti da
lunghissimo tempo) e con l’utilizzo di certi preparati biodinamici. Rudolf Steiner si dedica allora alla
costruzione del preparato migliore, del cosiddetto compost, una mistura
di terra, resti vegetali, acqua, calcio, ecc., con l’aggiunta di un concentrato
di energia ed impulsi vitali. Non basta allora miscelare componenti naturali
diversi (come forse farebbe ogni buon agricoltore tradizionale), ma bisogna
dare al compost una massa, un corpo ed una forma specifica. Solo così si avrà
un vero beneficio per la cultura. Acqua
ed aria sono requisiti essenziali per il compost, tenendo presente che
materiale bagnato va mescolato con materiale secco e che materiale troppo secco
va innaffiato. Il compost deve inoltre essere avvolto in un sottile
strato di terra che impedisca l’evaporazione e lo lasci respirare, e
coperto di paglia, erba o foglie che lo proteggano dal freddo, dalla pioggia e
dal Sole in modo da favorire lo sviluppo di una “vita interna”.
A questo punto si devono inserire i
famosi “preparati biodinamici”, ottenuti da certe erbe con funzioni specifiche
di regolazione dei processi di costruzione e distruzione. Steiner paragona
questi ultimi agli organi interni di un animale, quali il cuore, i reni, il
fegato, ecc., definendo il nostro compost come un essere vivente a tutti gli
effetti. Alcuni preparati biodinamici vengono inoltre spruzzati direttamente
sui campi ed utilizzano in parte letame, che stimola la crescita, ed in parte
polvere di quarzo, che stimola l’assimilazione e la maturazione. Quelli invece
immessi nel compost vero e proprio sono a base di piante medicinali quali
l’ortica, la camomilla, la valeriana, il dente di leone, ecc.
A prima vista sembra che si sia
costruito soltanto un concime biologico alternativo, che potrebbe benissimo
essere utile come molti altri non
“contaminati” da composti chimici più o meno dannosi. Quello che è veramente
diverso è la presunzione di avere creato un organismo vivente, superiore
a quanto la natura sia mai stata in grado di produrre.
Per comprendere come questo sia
possibile, vale la pena di scendere nei dettagli della preparazione di almeno
uno dei suddetti “preparati dinamici” essenziali, il cosiddetto preparato
500, uno di quelli da spargere direttamente sul terreno. Voglio chiarire
molto bene che ciò che sto per riportare è stato preso letteralmente da uno dei
più autorevoli testi di agricoltura biodinamica e non è assolutamente frutto di
una mia interpretazione personale.
Per ottenere il preparato si deve
prendere un corno di mucca, la quale abbia partorito almeno due volte,
e riempirlo di sterco. Poi lo si sotterra all’inizio dell’autunno ad una
profondità di 30-50 cm. Nel giro di qualche mese, all’interno del corno, si
scatena un condensato di energie vitali, radianti e centripete,
esaltate da forze di origine cosmica, che accentuano la trasformazione
dinamica del contenuto del corno. In primavera questo si dissotterra e quindi
si passa all’applicazione sul
terreno. Per un campo di 1/3-1/4 di ettaro, si devono sciogliere 40-50 grammi
del contenuto del corno in circa 10 litri d’acqua tiepida (meglio se piovana).
Utilizzando un secchio di legno od un vaso di pietra, si inizia a rimescolare
con un bastone in modo da formare un gorgo profondo, che viene mantenuto
col movimento per 1-2 minuti. Poi si cambia direzione e si agita in senso
inverso finché si formi di nuovo il gorgo, si cambia ancora senso e così via
per un’ora intera, in modo che il potere dinamico del preparato venga
incorporato nell’acqua. Attenzione però: se si cerca di abbreviare la
durata dell’operazione o si agita meno intensamente si va incontro ad un sicuro
insuccesso !
Una descrizione veramente istruttiva.
Personalmente, io sono rimasto molto colpito dal corno di mucca ( la quale
abbia però partorito almeno due volte…), dalle strane energie radianti e
centripete, dalla sequela dei movimenti alternati e vigorosi, ed infine dalla
non scontata riuscita dell’intera operazione (chi sbaglia è perduto….). Ho in
realtà l’impressione di aver letto la ricetta di una pozione magica
(magari un filtro d’amore) di qualche stregone medioevale o di qualche
malvagia fattucchiera. Tutto ovviamente
senza spiegazioni. A chi solleva plausibili obiezioni in merito, viene
normalmente risposto: non preoccuparti del perché. Segui le pratiche e
vedrai il risultato! I fautori dell’agricoltura biodinamica asseriscono
infatti che le numerose ricerche eseguite hanno largamente dimostrato che
quando si opera secondo i canoni sopra descritti si ottengono magnifici
raccolti.
Innanzitutto devo dire che non sono
riuscito a reperire e quindi a verificare i dati di partenza, i processi
statistici di analisi e la validità dei risultati. Ma ammettendo pure che la
difficoltà di trovare queste prove sia dovuta alla mia scarsa abilità nel
cercarle e che esse esistano realmente (cosa di cui mi permetto di dubitare),
resta tuttavia valido un altro grosso problema, già ampiamente affrontato nei
capitoli precedenti: il fatto che un evento X avvenga quando si applica un
procedimento Y, non vuole assolutamente dire che X capiti a causa di Y.
Ricordate l’esempio sui miei viaggi giornalieri in macchina e sulla ripetizione
di un gesto rituale che sembra favorire la
buona riuscita del tragitto (capitolo 5) o, ancora, la falsa
correlazione tra spettatori al cinema e vendita di ombrelli (capitolo 3) ?
Anche nel nostro caso, altre potrebbero essere le vere cause di un ottimo
raccolto: la scelta dei semi, la posizione delle culture, il microclima,
l’abilità del contadino, ecc. Il rapporto causa-effetto è un argomento
estremamente difficile che non si può esaurire
soltanto con una serie di affermazioni più o meno provate. Servono
analisi comparate, dati selezionati, procedimenti statistici rigorosi, e molto
altro ancora.
Purtroppo però l’agricoltura
biodinamica e le idee di Rudolf Steiner non si fermano qui. Il passaggio
successivo è forse ancora più critico e meno convincente. Seguiamone allora
insieme i punti essenziali. Steiner afferma che la biodinamica guarda alla
terra come parte dell’Universo e quindi deve necessariamente essere soggetta alle
leggi ed alle influenze cosmiche. Si sente già odore di “bruciato”, ma
ancora tutto bene. A riprova di ciò ricorda che senza il Sole non è possibile
la vita e che solo grazie alla luce avviene uno dei processi più meravigliosi
della natura: la fotosintesi. Il Sole determina inoltre il giorno, la
notte e le stagioni, cioè tutto il ritmo vitale del pianeta. Perfettamente
d’accordo. Ciò è ampiamente dimostrato ed accettato dalla Scienza, che ne ha
saputo fornire spiegazioni esaurienti e riproducibili.
Poi però Steiner continua affermando,
senza alcun dubbio in proposito, che la Luna governa i liquidi, come dimostrato
dalle maree, dal ciclo femminile e dal fatto che moltissimi contadini eseguono
i loro lavori di campagna seguendo i movimenti della Luna. Nulla da eccepire sulle
maree e gli oceani, ma il legame col ciclo mestruale non è certo assodato.
Ancora più grave è il ricorso alle consuetudini contadine: si considera come prova proprio ciò che si vuole
provare ! Se per il Sole tutto andava bene, per la Luna non ci siamo
proprio…. Tuttavia, ciò bastò a Steiner
per assegnare alla Luna un ruolo essenziale nell’agricoltura
biodinamica: un vero e proprio orologio cosmico che scandisce con le sue fasi i
momenti più o meno propizi alle pratiche contadine.
Purtroppo però le cose si complicarono
ancora di più negli anni 50 ad opera di un’altra studiosa biodinamica tedesca, Maria
Thun. Essa si accorse che le influenze lunari erano da mettere in relazione
anche con la posizione del nostro satellite rispetto alle costellazioni dello
zodiaco. Queste influenze si esercitano, a seconda del segno zodiacale, sulle
quattro parti costitutive della pianta (radice, foglia, fiore, frutto).
Ovviamente i fautori della biodinamica asseriscono che queste osservazioni sono
state confermate da vari Istituti di ricerca ufficiali: pensare che sono più di trent’anni che studio
i pianeti, la loro fisica ed i loro movimenti e non mi ero mai accorto di
questi sconvolgenti processi. E chissà
per quale oscura ragione, quei miei colleghi in giro per il mondo che
sicuramente dovevano saperne qualcosa, si sono sempre rifiutati di rendermene
partecipe. Mi viene un dubbio: non potrebbe darsi che certi Istituti di ricerca
non fossero poi così ….ufficiali ?
Resta comunque il fatto che le nuove
asserzioni di Maria Thun diedero nuovo vigore al legame indissolubile tra
piante e corpi celesti e che la biodinamica iniziò ad assomigliare sempre più
all’astrologia. Vale allora la pena riportare alcune considerazioni che sono
alla base di quel calendario delle semine, che è frutto di 20 anni di
ricerca assidua della Thun, ed a cui devono ricorrere gli agricoltori
che vogliano seguire correttamente le pratiche biodinamiche ed ottenere gli
ambiti risultati.
Maria Thun utilizza alcune nozioni tipiche
dell’astrologia riguardo alle suddivisioni dei segni zodiacali: Ariete, Leone e
Sagittario appartengono al segno del fuoco; Toro, Vergine e Capricorno a quello
della terra; Gemelli, Bilancia ed Acquario a quello dell’aria; Cancro,
Scorpione e Pesci al segno dell’acqua. Seguendo il passaggio della Luna
attraverso lo zodiaco, Maria Thun associa ad ogni segno una delle quattro parti
che compongono le piante: radice = terra, foglia = acqua, fiore
= aria, frutto = fuoco. Ne consegue “facilmente” che quando la Luna
transita nei segni di fuoco seminiamo piante di cui vogliamo un buon sviluppo
fruttifero. Quando la Luna transita nei segni d’acqua seminiamo piante di cui
vogliamo usare le foglie. Quando la Luna attraversa i segni di terra seminiamo
piante di cui raccoglieremo radici e tuberi. Quando, infine, la Luna transita
nei segni d’aria semineremo piante di cui vogliamo i fiori. Questo è un tipico
esempio di come viene applicato il calendario delle semine. Si noti che non è
basato su alcuna spiegazione scientifica, ma solo su “atti di fede” di tipo
astrologico.
Il calendario proposto risulta però anche
più complesso in quanto tiene conto di particolari configurazioni astronomiche,
quali eclissi, opposizioni, passaggi di pianeti dietro al Sole o alla Luna,
ecc. Non si trascurano nemmeno gli spostamenti della posizione della Luna,
dovuti alla leggera inclinazione del suo piano orbitale rispetto a quello della
Terra intorno al Sole (circa 5 gradi). Ciò causa infatti un’oscillazione della
posizione della Luna rispetto alla traiettoria apparente del Sole attraverso lo
zodiaco. Nell’arco di un mese la Luna passa da posizioni più basse a posizioni
più alte e viceversa. Durante la salita si dice che la Luna è ascendente,
durante la discesa che è discendente. La linea continua di Figura 1
illustra il tracciato della Luna,
mentre quello tratteggiato indica
il moto apparente del Sole (eclittica)
rispetto alle stelle. Da A a B la Luna è ascendente. Da B a C la Luna è
discendente.
Il calendario delle semine da grande
importanza a questa lieve oscillazione. In Luna ascendente la linfa sale con
più forza e la pianta è più rigogliosa, in Luna discendente la linfa ha meno
energia e quindi conviene seminare, tagliare alberi e concimare. Inutile dire
che non vi è alcuna motivazione scientifica che possa collegare questa lieve
oscillazione con il comportamento del mondo vegetale. Molto più evidente
sarebbe invece la variazione della posizione della Luna durante l’anno a causa
della sensibile differenza tra piano orbitale lunare e piano equatoriale
terrestre. Sappiamo bene che la differenza tra piano orbitale della Terra
(piano dell’eclittica, parlando in linguaggio astronomico) e piano equatoriale causa le stagioni. Alle nostre
latitudini i raggi del Sole sono più inclinati durante l’inverno e meno
inclinati durante l’estate. O, se preferite, il Sole resta più basso durante
l’inverno (ed i giorni sono più corti) che non durante l’estate (ed i giorni
sono più lunghi). Dato che la Luna ruota attorno alla Terra su un’orbita
anch’essa inclinata rispetto al nostro equatore, essa, analogamente al Sole,
raggiunge punti più alti o più bassi
durante l’arco dell’anno. La
Figura 2 illustra, come
esempio, le

posizioni della Luna Piena (L) in
prossimità dei solstizi di inverno ed estate. In inverno, quando il Sole (S) è
più basso sull’orizzonte (O), la Luna Piena è più alta. In estate capita
esattamente il contrario: il Sole è più alto e la Luna Piena è più bassa. PN
e PS sono il Polo Nord ed il Polo Sud terrestri, mentre Z è lo Zenit
del luogo. Questa variazione, sicuramente più significativa di quella
precedente, non è invece tenuta in
conto nel calendario delle
semine.
Se andate a
spulciare nei siti informatici dell’agricoltura biodinamica (ne esistono due in
italiano che sembrano i più “seri” ed ufficiali:
introduzione
all’agricoltura biodinamica e
sito italiano di agricoltura biodinamica)
troverete una descrizione ben più ampia di quanto io abbia cercato di
riassumere. Ma noterete anche due frasi molto importanti.
La prima dice che da ben 49 anni si
stanno conducendo ricerche sugli effetti dei ritmi delle stelle per seguire le
reazioni delle piante, animali, terreno e tempo atmosferico, ma non si
riportano i risultati né tanto meno i metodi di analisi dei dati. La seconda
dice che il rispetto del calendario da buoni risultati solo se la terra
è coltivata biodinamicamente, cioè se essa presenta un’alta attività biologica.
Il che sembrerebbe implicare che il vero punto essenziale rimane una buona e
sana cultura della terra. O se volete, in modo più malizioso, l’utilizzo di
quei prodotti che sono ampiamente pubblicizzati nei vari siti.
Personalmente mi sembra evidente che
l’agricoltura biodinamica si basi su alcuni principi sicuramente corretti,
anche se forse oggi abbastanza ben conosciuti (riduzione dei concimi chimici,
scelta delle migliori condizioni stagionali, rotazione delle culture, grande
cura e precisione nelle pratiche contadine, ecc.). Tutti quelli in pratica che,
malgrado le asserzioni di Steiner e della Thun, sono essenzialmente biologici.
Gli altri principi (dalla preparazione del compost, inteso come un essere
vivente, ai legami tra piante e Luna, stelle e pianeti) mi sembrano invece
farneticazioni basate solo su visioni filosofiche assai dubbie e su credenze
astrologiche non certamente scientifiche. Non fatevi infatti suggestionare da
forze misteriose o energie occulte, che vengono spesso invocate per spiegazioni altrimenti impossibili, al pari
di quanto si fa per i fantasmi, gli spiriti, il paranormale e per tutte le
scienze fasulle in genere. Senza contare poi il chiaro indirizzo commerciale di
tutta l’impostazione…..
7. Conclusioni
Cari amici e cari produttori di vino in
particolare, non so cos’altro dirvi. Mi sono veramente convinto che gli
innesti, le potature, i travasi, gli imbottigliamenti, ecc., abbiano ben poco a
che fare con il nostro pallido satellite. Né tanto meno con le pratiche
dell’agricoltura biodinamica, quando queste invocano forze ed energie misteriose
per cercare di complicare una Natura che non ha certo bisogno dell’uomo (né nel
bene, né nel male) per creare e gestire la meravigliosa armonia del Cosmo e
delle sue leggi. Voi avete ben altre capacità, sia in vigna che in cantina, per
riuscire a produrre quel nettare divino che ho la fortuna di assaggiare e di
cui non saprò mai ringraziarvi abbastanza. Sono altresì convinto che otterreste
gli stessi risultati trascurando del tutto la Luna e guardando solo alle
stagioni, alle condizioni atmosferiche, all’umidità, allo sfruttamento ottimale
del terreno, alla salvaguardia dell’ambiente circostante, ecc. Tuttavia, non abbiate remore a continuare a
seguire i vostri calendari lunari più o meno dettagliati se questo non vi causa
un aumento di fatica o di spesa. In fondo non c’è niente di male ad avere
qualche piccola mania o abitudine, se essa non reca danno né a voi né al vostro
prossimo. La Luna è così bella, così poetica, così importante per la Terra, che
vale bene un occhio di riguardo.
Viva il vino e viva la Luna !!!!