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venerdì 23 giugno 2017

Un Racconto di Francesco Parasole

Pini salmastri & Platani

Francesco Parasole



Io sono il Nonno e anche il Nipote

F.P.


In estate le mamme non portano più i figli sotto i pini marini nelle ore del caldo più intenso.
Questo pensava il nonno, ricordando sua madre e tenendo per mano il nipote; sei anni magri e vivaci, un giunco gentile, e uno zaino di giochi da spiaggia.
Da quando era andato in pensione era lui che per le vacanze estive portava al mare il bambino. La mattina presto in spiaggia, quando il sole è leggero e meglio si respira lo iodio, a fare castelli e sciacquettii di battigia, poi a mezzogiorno, dopo un panino e un succo di frutta, a giocare in pineta fino alla sera.
Come sua madre, pensava, che lo costringeva a dormire almeno mezzora, perché lo iodio faceva più effetto.
Lui non infliggeva il supplizio del sonno al nipote, e lo lasciava libero di correre e di fare domande. Sostavano sempre sotto il pino più ombroso di quella pineta malata. Lo avevano individuato in pomeriggi di passeggiate sulle tracce di disperate cicale.
Non c'erano più madri né figli in quella pineta diradata e riarsa, pensava, ma ci stava bene a fare il nonno e sempre gli spuntava una nota felice di nostalgia.
Camminavano un po' lungo sentieri di sabbia mischiata ad aghi di pino, il nipote per mano o a volte davanti veloce, ma non tanto per non ritornare o aspettare.
In quel lontano passato, che ricordava solo per immagini e odori, questo posto frullava di voci e fruscii, e il vento avvolgeva tutto del profumo del mare. Ora, solo pochi fantasmi dispersi, qualche coppia in cerca di antichi ripari ormai estinti, e strane figure intente a veloci commerci.
Il nonno era attento e il nipote ancora ubbidiva. Camminavano insieme, evitando siringhe svuotate e preservativi essiccati.
Il vecchio era nodoso e imponente, un impasto abbronzato di sole di cava, rughe, tendini e cicatrici di scheggia. Teneva ben stretto fra i denti un toscano spento, come una passione ribelle a stento assopita. Da anni il respiro gli si era fatto silice e faticava ad allungarsi, ma il tronco ancora era forte e aveva agili rami, come quei platani vicino alla segheria lungo il fiume, sbollati nella corteccia e con le foglie coperte da sempre di polvere di marmo.

Sotto quei pini malati nessuna mamma, nessun bambino, pensava, ma ci stava bene a fare il nonno, nonostante che morte dei marmi, per lui, non fosse mai stato soltanto il gioco di parole di un giovane scrittore, pensava, e ci stava proprio bene a fare il nonno, ma si sa i vecchi amano ripetere cose e pensieri.
Quel pomeriggio sotto il pino più ombroso di quella pineta malata, una panchina nuova nuova li sorprese come il dono di uno spirito silvano, giunto troppo tardi ma comunque gradito. La sosta si sarebbe fatta più comoda d'ora in avanti e chissà...

Il nonno soddisfatto si guardò intorno e all'improvviso un motorino con due giovani sbucò da un viale polveroso e li prese di mira. La mano guantata del secondo – con quel caldo! Pensò – s'allungò con dita ad artiglio alle spalle del nipote e allo zaino. Ma lesto e sicuro un braccio stellato da nere cicatrici intercettò quel gesto di rapina, mentre il bambino distratto da una conchiglia s'inginocchiava a raccoglierla. E il braccio roteò come a scacciare mosche e centauri. I caschi sbicchierarono rotolando nella sabbia vetrosa.
«Che segaioli!» sussurrò il nonno e si trattenne, per il nipote.
Poi, sollevò disinvolto il motorino, come era solito sollevare le conche di marmo per il lardo, lo appoggiò al pino e aiutò quei due a rialzarsi, mentre il nipote riempiva di sabbia e d'aghi di pino l'alveo della conchiglia.
«Sentite, piccole teste di cazzo col casco» e la voce era un sibilo «facciamo finta di nulla, andate sulla spiaggia che a quest'ora le mammine milanesi lasciano sole le borse sotto gli ombrelloni per fare il bagno, e levatevi dai coglioni!». Disse calmo, ma con occhi di mina dalla miccia finita, e i due si dileguarono nella polvere e in un grido straziato di marmitta.
Il nonno sputò frammenti di toscano e il nipote gli si avvicinò con in mano la conchiglia farcita.

Allora trasse un respiro lungo per quello che ancora poteva, mentre dalle Apuane una luce di cipria indicava la via del ritorno.


Livorno, 18 Giugno 2017

                                                                                     Francesco Parasole 

 






giovedì 1 giugno 2017

Nuovo incontro di Un vino Un Libro alla tenuta Mariani di Massaciuccoli


"Storia straordinaria di Peter Schlemihl" di  Adalbert von Chamisso sarà illustrata dalla Prof. ssa Cristina Cassina ( bibliografia qui ) che ci accompagnerà in una riflessione sulla letteratura settecentesca e sulle implicazioni  filosofiche.




Il tutto accompagnato dai vini della Tenuta Mariani illustrati dal produttore, tra cui i nuovi metodo classico di fresca sboccatura. Seguirà cena gourmet con Michelangelo Masoni ( prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni contattare3346240890).

Domenica 4 Giugno inizio Ore 18,45


Vi aspettiamo Numerosi!!

Lamberto Tosi


Indicazioni stradali

https://www.google.com/maps/dir//43.842953,10.355888/@43.842953,10.355888,13z?hl=it