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martedì 23 maggio 2017

Nuovo incontro a Tenuta Mariani - cambio data

La data del quarto incontro di Un vino .. un libro, è rimandata al giorno successivo. Quindi si svolgerà il giorno 

Domenica  4 Giugno  con inizio alle 18,45 ,
presso la Tenuta Mariani a  in Località Caprile Massacciuccoli - Massarosa 

L'incontro sara animato dalla Prof. ssa Cristina Cassina, che ci parlerà di  "Storia straordinaria di Peter Schlemihl" di  Adalbert von Chamisso.









Seguirà una cena a gourmet con numero limitato di posti.
Per informazioni e prenotazioni contattare 3346240890
Vi aspettiamo.

martedì 16 maggio 2017

GIORNATA DI STUDI SULLA LETTERATURA AMERICANA - FOCUS RAYMOND CARVER

Scuola Carver, scuola di lettura e scrittura creativa che offre i propri approfondimenti sulle forme racconto, romanzo e poesia in tutta la Toscana (Livorno, Pisa, Pontedera, Empoli, Firenze) ha il piacere di invitarvi alla prima:
GIORNATA DI STUDI SULLA LETTERATURA AMERICANA - FOCUS RAYMOND CARVER
Quando? Sabato 27 maggio dalle 15 alle 19.30
Dove? Villa del Presidente/Ex Mascagni in via Marradi 116 a Livorno
Cosa? Analisi della vita e delle opere del grande "novelliere" americano, a cui la scuola rende omaggio fin dal proprio nome, in occasione dell'anniversario della nascita (25 maggio 1938).
Il controverso rapporto scrittore-editor, le difficoltà della traduzione.
Reading di poesie da "Orientarsi dalle stelle"/Minimum Fax.
Ospiti: Riccardo Duranti (scrittore e traduttore dell'opera omnia di Raymond Carver per Einaudi, Mondadori e Minimum Fax), Aldo Galeazzi (scrittore e poeta), Alessandro Granata (co-fondatore e curatore della Collana Opus Night/Erasmo Edizioni).
Nel corso della giornata verrà presentato il libro "L'orsacchiotto di Carver e altri racconti" dello scrittore Riccardo Duranti, Ianieri Edizioni.
Organizzazione dell'evento a cura dei docenti Scuola Carver: Valerio Nardoni, Veronica Galletta e Francesco Mencacci.
Quota di partecipazione: 10 euro.
(si ringraziano la Provincia di Livorno e il Museo di Storia Naturale per la concessione degli spazi, le Erboristerie Benetti e la Libreria Feltrinelli per il supporto alle iniziative Scuola Carver)


lunedì 15 maggio 2017

Ringraziamenti e nuovo appuntamento

Con l'incontro del 6 maggio scorso sono terminati, per ora, gli incontri presso il ristorante Antico Uliveto.
Il grande successo dell'ultimo incontro ci spinge ancora di più a ringraziare per l'ospitalità il Ristorante nelle persone di Cristina e Massimo, il prof. Paolo Neyroz per la sua bella e multiforme disquisizione sul libro di Gadda, e Filippo Rossi per i sui vini vera espressione del terroir della Val d'Orcia. Un sentito ringraziamento anche alla FISAR Versilia che con professionalità e passione ci supporta nei nostri incontri.
Il prossimo appuntamento è per il 3 giugno alla Tenuta Mariani a Massaciuccoli.
Vi aspettiamo.


mercoledì 10 maggio 2017

Recensione del libro di Cristina Mondadori : Momdadori Una Storia Famiglia di Aurora Tosi






Mondadori. Una storia di famiglia

Introduzione: con lo sguardo di Cristina

Nel libro Le mie famiglie Cristina Mondadori, figlia minore del grande editore Arnoldo, traccia una sorta di saga familiare ricca di aneddoti, vicende personali, memorie e affetti privati. Tre sono le casate attorno alle quali Cristina costruisce il proprio lessico familiare: i Mondadori con capostipite Arnoldo; i Monicelli, da cui proviene la madre Andreina; i Formenton, famiglia di Cristina e di suo marito Mario. Questo racconto si salda a quello della grande avventura editoriale del padre Arnoldo, perché Mondadori attua da subito una politica familistica, ritenendo che l’azienda debba essere la strada maestra per tutta la famiglia e che tutti debbano prendervi parte.
La narrazione delle vicende della vita privata dei Mondadori si intreccia con quella che è la dimensione pubblica della famiglia stessa, dovuta al ruolo centrale di Arnoldo nell’editoria italiana, e più di recente ai fatti legati al passaggio di proprietà della casa editrice al Gruppo Fininvest di Berlusconi. Il racconto si fa allora testimonianza di uno spaccato della storia del nostro paese, ripercorrendo le tappe centrali del Novecento italiano sotto lo sguardo tutto particolare di Cristina Mondadori.

1. Arnoldo, o su come si diventa editori

Cristina ci introduce nel suo mondo attraverso una storia fatta di persone: le quattro generazioni di Mondadori; i collaboratori della casa editrice; gli autori italiani e stranieri che pubblicano con Mondadori, spesso ospiti della famiglia nella casa di piazza Duse a Milano o nella villa a Meina. Nei ricordi di Cristina spiccano il padre Arnoldo, e al suo fianco, il fratello maggiore Alberto e la madre Andreina, che ha un ruolo centrale nel sostenere il marito e nel mantenere unita la famiglia. A queste figure si aggiungono quella del marito Mario, e soprattutto quella dell’«azienda», tanto presente nei discorsi e nelle preoccupazioni del padre da indurre Cristina bambina a crederla un membro della famiglia.
Cristina comincia dalle origini: tutto inizia quando Arnoldo nasce nel 1889 a Poggio Rusco nella Bassa Mantovana in una famiglia molto povera. In quinta elementare lascia gli studi ed entra garzone in una drogheria. Andrà sempre fiero delle sue origini umili, che non gli impediranno di confrontarsi con i grandi intellettuali della sua epoca. Supplirà alla sua scarsa istruzione con un intuito particolare, che gli consentirà di riconoscere gli autori e i libri di successo e di cogliere al volo le occasioni editoriali. In questo sarà aiutato dal suo fascino naturale: come ricorda la figlia, i suoi compaesani lo chiamavano «incantabiss», incantatore di serpenti, per la sua «bella voce, calda, accattivante»[1] con cui seduceva i suoi autori.
L’attività editoriale di Arnoldo inizia a Ostiglia, dove nel 1907 entra a lavorare in una cartoleria, che ha nel retrobottega una piccola tipografia. Arnoldo, con alcuni compagni, vuole pubblicare un giornale a sostegno delle lotte socialiste di quel periodo, perciò offre la sua collaborazione ai fratelli Manzoli, proprietari della tipografia. Ben presto Arnoldo stesso rileva l’attività e nella tipografia rinominata «La Sociale» stampa su commissione pubblicazioni occasionali, quali opuscoli, volantini, manifesti, ma produce anche alcuni numeri del giornale socialista «Luce!», come aveva desiderato.
Arnoldo nasce dunque tipografo, tratto che segnerà l’azienda Mondadori per molti anni: Arnoldo aprirà numerose stamperie e sarà sempre attento agli sviluppi tecnologici delle macchine da stampa, modernizzando di continuo i propri stabilimenti.
Sempre a Ostiglia Arnoldo fa i due incontri che cambieranno definitivamente la sua vita: quello con Tomaso Monicelli nel 1911, che gli permetterà di avviare la sua attività editoriale, e quello con Andreina, sorella di Tomaso e sua futura moglie.
Arnoldo convince Tomaso a scrivere delle novelle per ragazzi, riunite nella raccolta Aia madama, che sarà il primo volume pubblicato da Mondadori e il primo della collana di libri per ragazzi «La lampada», uscita nel 1912. Mondadori comincia allora la caccia agli autori, adottando una formula tutta sua per sedurli: «Di solito è un editore che crea un autore. Se Lei accettasse di scrivere per me, sarebbe il contrario. Sarebbe Lei a creare, e a fare grande, un editore». Formula a cui aggiunge poco dopo: «Io sono un uomo di grande avvenire, lo so»[2]. Riesce così a pubblicare tra gli altri un libro di Guido Gozzano e di Luigi Capuana.
Emergono già i tratti specifici di Arnoldo Mondadori: egli è insieme un abile editore e un imprenditore con una forte etica del lavoro, unita a una propensione al guadagno. Cristina, in un’intervista rilasciata a «Il Giornale»[3], ricorda come il padre ripetesse sempre: «Con la cultura e basta non si fanno i soldi» e ne Le mie famiglie lo descrive come un uomo «fortemente volitivo»[4], dotato di «astuzia, cautela e determinazione»[5], senza troppa fiducia nello studio; confida invece nel duro lavoro, che gli ha permesso di realizzarsi ugualmente.
Mondadori sa coinvolgere i suoi collaboratori, ma soprattutto riesce a stringere rapporti duraturi con i suoi autori, molti dei quali diventano veri e propri amici di famiglia. Cristina ricorda come i genitori accogliessero gli autori della casa editrice nel salotto o nella sala da pranzo della casa di piazza Duse, cosicché da casa Mondadori passeranno i maggiori intellettuali del secolo scorso: Thomas Mann, Hemingway, Quasimodo, Ungaretti, Pirandello, Mario Soldati, Dino Buzzati, Marino Moretti. E la madre Andreina farà sempre «il possibile per mantenere le buone abitudini con gli autori: quando veniva raggiunta una certa tiratura dei loro libri, commissionava a Luciano, il pasticcere del Sant’Ambroeus, una torta che ne riproduceva la copertina; e si festeggiava nella casa di piazza Duse, in tono informale, mai troppo mondano»[6].

Nel 1921 la redazione della Mondadori si trasferisce a Milano, con tutta la famiglia. Qui Arnoldo si mette in competizione con le maggiori case editrici dell’epoca, come Sonzogno e Treves, che a Milano avevano sede.
Al 1921 risale anche l’incontro con D’Annunzio, che inizialmente rifiuta la proposta di Mondadori di pubblicargli l’opera omnia, ma nel 1926, dopo anni d’insistenza, è costretto a cedere, entrando «a far parte della grande famiglia Mondadori»[7]. Da allora la casa editrice acquista un ruolo centrale nel contesto editoriale italiano, tanto che i maggiori letterati italiani e stranieri dell’epoca pubblicheranno con Mondadori.
Arnoldo si impone come editore anche grazie ad alcune iniziative editoriali che faranno la storia dell’editoria italiana, come i «Gialli Mondadori», prima collana italiana di romanzi polizieschi. Arnoldo con grande intuito decide di puntare su questo genere molto popolare in tutta Europa, pubblicando romanzi di autori in prevalenza stranieri con traduzioni accurate. Il progetto editoriale ha grande successo, tanto che il ‘giallo’, da colore delle copertine che dà nome alla collana, passa a designare il genere letterario.
Nel 1933 Mondadori crea la collana di narrativa «Medusa» che include opere di rilievo di scrittori stranieri contemporanei. Avviare in clima di autarchia culturale un tale progetto editoriale è una scelta coraggiosa, che mostra la volontà dell’editore di soddisfare l’esigenza del pubblico italiano di confrontarsi con la cultura europea. Il ruolo centrale che la traduzione riveste nella riuscita della collana permette l’affermarsi di una nuova figura editoriale: il traduttore, impersonato allora da scrittori quali Cesare Pavese e Corrado Alvaro.
Risale agli anni Sessanta l’invenzione di una delle più fortunate trovate della casa editrice. Di fronte al modificarsi del gusto dei lettori italiani, sempre più interessati ai romanzi, la Mondadori si inventa un nuovo tipo di pubblicazione: il libro tascabile economico. Per raggiungere il più ampio numero di lettori possibile, Arnoldo porta le opere più rappresentative della letteratura italiana e straniera nelle edicole, diffuse in modo più capillare sul territorio italiano rispetto alle librerie, e frequentate da un pubblico più ampio e variegato. Nasce la collana degli «Oscar»: il primo titolo pubblicato nel 1965 e venduto a sole 350 lire è Addio alle armi di Hemingway, che in poco tempo vende 210 000 copie. Questo successo conferma a Mondadori le sue «ultradecennali affermazioni che in Italia esiste una massa di potenziali lettori che vanno semplicemente raggiunti»[8]. L’importanza degli Oscar Mondadori col tempo è diventata tale da poterli oggi definire «una casa editrice dentro la casa editrice». Attualmente la collana è suddivisa in ventotto serie, e offre una pluralità di contenuti rispondendo alle esigenze di un pubblico molto vasto.

2. Non solo Arnoldo: Alberto e il Saggiatore

Con il padre, è il fratello Alberto l’altra grande figura editoriale che emerge dalla memoria di Cristina: curioso e ricco di interessi, più raffinato e acculturato di Arnoldo, anch’egli dotato di grande intuito, ma più focoso e impulsivo, per questo sempre in conflitto col padre. Nel 1939 è lui a ideare con Indro Montanelli e Carlo Bertrand «Tempo», un settimanale innovativo per l’epoca pubblicato da Mondadori fino al 1943. Progettato sul modello della rivista americana «Life», è ricco di immagini, spesso foto scattate da fotoreporter, che si uniscono ai testi nel raccontare storie in un tono sempre divulgativo.
Il notevole intuito editoriale di Alberto lo porta nel 1952 con Giorgio Monicelli, figlio di Tomaso, a creare due collane dedicate alla science fiction, genere nato negli USA negli anni Trenta ma che in Italia non era ancora molto diffuso. È Giorgio a creare con un calco dall’inglese il termine italiano ‘fantascienza’. Nasce così la collana periodica «I romanzi di Urania», quindicinale a cui fa seguito «Urania», mensile di racconti brevi, articoli e una rubrica di corrispondenza, simile alle riviste americane, che dal 1953 diventa una collana di tascabili. Dal numero 153 conterrà solo romanzi, andando a definire un vero e proprio genere letterario.
Nel 1958 Alberto crea un nuovo marchio editoriale, Il Saggiatore, che gestirà in modo indipendente, per lo meno nelle scelte editoriali: si occuperà soprattutto di saggistica, puntando alla diffusione di una cultura elevata e di ampio respiro. Alberto pubblicherà opere cardine per la storia del pensiero occidentale: scritti di Sartre, Thibaudet, De Martino, Lévi-Strauss, Jaspers, Arnheim, Wilson.

3. Dopo Arnoldo: tra errori e conflitti, come perdere un’identità

Alla fine degli anni Sessanta, Arnoldo cede la presidenza dell’azienda al figlio Giorgio, e nomina vicepresidente e amministratore delegato il marito di Cristina, in Mondadori dal 1961, quando su proposta di Arnoldo è nominato direttore generale delle stamperie di Verona. Alberto si ribella alla decisione e lascia la Mondadori, facendo del Saggiatore una casa editrice autonoma. Ciò comporta una rottura in Mondadori, perché Alberto convoca una riunione con alcuni amici e collaboratori fidati che lavorano nell’azienda paterna per chiedere loro di seguirlo al Saggiatore, ma alcuni come Vittorio Sereni (amico di lunga data di Alberto) e Mario Spagnol restano alla Mondadori. L’impresa si rivela disastrosa, e nel 1969 Arnoldo e Raffaele Mattioli devono intervenire per salvare il Saggiatore dal fallimento.

Dagli anni Sessanta in poi, la narrazione si fa più autobiografica: al centro ci sono Mario, Cristina e la loro famiglia. Dopo la morte di Arnoldo nel 1971, a fine anni Settanta Mario è nominato presidente. Per cogliere le occasioni offerte dal mondo televisivo in crescita, progetta una rete d’informazione, Retequattro; ma gli investimenti fatti non hanno un ritorno adeguato e causano perdite notevoli per l’azienda con il rischio di un disastro finanziario. Alla fine, la Mondadori riesce a vendere Retequattro alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Per aumentare il capitale dell’azienda in difficoltà, Mario ristruttura il consiglio di amministrazione. Entrano nuovi soci con nuovi capitali: tra questi, Berlusconi e Carlo De Benedetti, già socio del gruppo Repubblica-L’Espresso, due figure che determineranno pochi anni dopo il destino della casa editrice.
Infatti, nel 1987 muore Mario e le difficoltà per la nomina del nuovo presidente portano alla rottura con Mimma e Leonardo, che con Berlusconi escono dal consiglio di amministrazione. Nel 1988 Berlusconi, che è ancora azionista di Mondadori, offre ai Formenton un’importante somma e la possibilità di riunire la famiglia, riallacciando i rapporti con Mimma e Leonardo. Dopo vari incontri, Cristina e i figli decidono di dare la Mondadori a Berlusconi benché abbiano già firmato un accordo con De Benedetti, che li impegnava a vendergli la maggioranza delle loro azioni della casa editrice. Si scatenano gli scontri tra la Finivest e la CIR di De Benedetti per il controllo dell’azienda, dal 1988 fusa con il gruppo Repubblica-L’Espresso. Nel ’90 i giudici si pronunciano a favore di De Benedetti, i Mondadori escono dalla casa editrice e c’è un ricorso in appello. Nel 1991 la Corte di appello di Roma annulla la prima sentenza e assegna la Mondadori alla Fininvest e il gruppo Repubblica-L’Espresso alla CIR. Berlusconi acquisisce le azioni di Mondadori e Formenton. Leonardo è nominato presidente e Luca, primogenito di Cristina, vicepresidente.

Conclusione: la Mondadori oggi

Cristina Mondadori ci narra la storia della sua famiglia e di suo padre Arnoldo, uomo che, nonostante i mezzi culturali limitati, con un grande ‘fiuto’ e un’astuta politica editoriale, approda a Milano e cambia la storia dell’editoria italiana. Con gli occhi di Cristina ripercorriamo le tappe fondamentali che fanno di suo padre il grande editore che è stato, ma anche la fine di questa vita da romanzo, e con essa di un modello di editoria.
La casa editrice oggi non è più di proprietà della famiglia Mondadori: ormai solo Martina, figlia di Leonardo, ha un posto nel consiglio di amministrazione, ma dal 2003 Marina Berlusconi ne è la presidente. La Mondadori Libri S.p.A. è ora un marchio editoriale del Gruppo Mondadori, media company con più di cinquanta società dislocate tra Italia e Francia, di cui fanno parte Giulio Einaudi editore, Sperling & Kupfer, Piemme, Electa, Mondadori Education, e da aprile 2016 RCS Libri, oggi Rizzoli Libri Spa. Della storia di Arnoldo Mondadori allora cosa resta?
L’attività editoriale di Arnoldo continua sotto un altro cognome, perché è il ramo Formenton della famiglia a portarla avanti. Due dei figli di Cristina, Luca e Mattia, hanno infatti rilevato quello che era stato il marchio editoriale dello zio Alberto, il Saggiatore, proseguendo così altrove la tradizione di famiglia.









Bibliografia

Mascheroni, Luca, «Il Giornale», 11 Febbraio 2007:  http://www.ilgiornale.it/news/pap-mondadori-vita-romanzo.html.
Mondadori, Cristina, Le mie famiglie, «Tascabili Bompiani», Bompiani, Milano 2007.
Sito Gruppo Mondadori, Sezione «Chi siamo/La nostra storia»: http://www.mondadori.it/chi-siamo/la-nostra-storia/anno-1965;
– Sezione «Chi siamo/Overview», dati 2015: http://www.mondadori.it/chi-siamo/overview.





[1] C. Mondadori, Le mie famiglie, «Tascabili Bompiani», Bompiani, Milano 2007, p. 26.
[2] C. Mondadori, Le mie famiglie, «Tascabili Bompiani», Bompiani, Milano 2007, p. 35.
[3] L. Mascheroni, «Il Giornale», 11 Febbraio 2007, http://www.ilgiornale.it/news/pap-mondadori-vita-romanzo.html.
[4] C. Mondadori, op. cit., p. 70.
[5] Ibid., p. 69.
[6] Ibid., p. 135.
[7] Ibid., p. 68.
[8] Dal sito del Gruppo Mondadori, sezione «Chi siamo/La nostra storia»: http://www.mondadori.it/chi-siamo/la-nostra-storia/anno-1965.

martedì 2 maggio 2017

lunedì 1 maggio 2017

Quer pasticciaccio brutto di via merulana di C. E. Gadda

Primo editore dell'opera di Gadda , riportiamo la pagina dell'editore Garzanti dedicata al romanzo di cui ci parlerà il Prof. Neyroz sabato 6 maggio alle ore 18,00 al ristorante Antico Uliveto di Pozzi di Seravezza.

http://www.garzanti.it/libri/carlo-emilio-gadda-quer-pasticciaccio-brutto-de-via-merulana-9788811694625/
Vi aspettiamo!



Ingresso Gratuito!


info : tosilamberto@yahoo.it
per prenotazioni per la cena 0584768882